Dall'Italia
Ca’ del liscio, si chiude un’epoca
In vendita da parte del Gruppo Angeletti l'immobile che ospitava la storica balera
Il gruppo Angeletti ha messo in vendita ufficialmente l’immobile che ospita la Ca’ del ballo, l’ex Ca’ del liscio fondata da Raoul Casadei
Fondata da Raoul Casadei negli anni ’70
Anche per chi non ci andava, la Ca’ del liscio era qualcosa. Un luogo che certamente ti riguardava anche se non ballavi un passo di mazurka e nemmeno di valzer. Oggi quel qualcosa, che secondo Mirko Casadei figlio di Raoul, si potrebbe definire “appartenenza”, è finito. Ma la notizia della chiusura del tempio del liscio ideato e costruito da Raoul Casadei negli anni settanta genera comunque un sottile dispiacere.
Capace di ospitare cinquemila persone sui due piani retti da pilastri di acciaio alti 20 metri e privi di colonne per offrire tutto lo spazio possibile ai volteggi dei ballerini, il tempio del liscio era stato inaugurato il 18 dicembre 1977. Raoul ci aveva investito tutti i guadagni fatti negli anni d’oro con Ciao mare, Simpatia, La mazurka di periferia, Romagna e Sangiovese, per dire solo alcuni dei titoli che attraevano processioni di pullman in Romagna da tutto il Paese, e non solo.
La “Mecca” del liscio
Avviata in società con Vincenzo Nonni – già patron delle Cupole – nel 1982 la grande balera fu rilevata da Edoardo Valletta e Riccarda Casadei, figlia di Secondo. La coppia ne ebbe la gestione per una decina di anni, poi tornò in mano alla famiglia di Raoul per alcuni anni per approdare al gruppo Angeletti. Nel frattempo è diventata Ca’ del ballo, è di questi giorni la notizia ufficiale della messa in vendita.
“Era la Mecca del liscio” commenta Mirko Casadei che visse quegli anni da bambino, nascosto tra i divanetti del locale dove si esibirono Ray Charles, Gloria Gaynor, Riccardo Cocciante, Vasco Rossi, Renato Zero, Claudio Baglioni.

Un sogno fermato a metà
“È stato un sogno fermato a metà” commenta Mirko. Nell’intento di Raoul, in quel luogo doveva sorgere il centro internazionale del liscio, con sale da ballo ma non solo. Bar, ristoranti, piscine, alberghi, campi da tennis. L’investimento però non diede i risultati sperati e oggi il triste epilogo. “Un sogno che però si potrebbe recuperare – continua Mirko – ma non in chiave nostalgica bensì strutturata, studiata e progettata, magari anche con l’ingresso di un ente come la Regione. Si parla da anni del liscio come patrimonio Unesco, sarebbe meraviglioso ma la Regione ha fatto poche cose di scarsa qualità finora per valorizzare questo patrimonio. La musica di appartenenza come anche il tango o il country – osserva l’artista – ha un valore incredibile in un momento in cui tutto si globalizza e alla fine si perde. Fare leva sulla nostra provenienza e storia è prezioso ed è la strada da prendere”.
Da Vasco Rossi a Pino Daniele, la musica romagnola tra i big
“La Ca’ del liscio è stato un locale simbolico, in cui abbiamo lasciato una parte del nostro cuore – commenta Lisa Valletta, figlia di Riccarda Casadei e Edoardo Valletta -. Dall’82, quando mio babbo la prese in gestione per una decina di anni, avevamo gente che arrivava a frotte, tanti pullman e programmi che vedevano la nostra musica romagnola, come mai era accaduto prima, al pari degli altri generi musicali , affiancata a nomi come come Vasco Rossi, Pino Daniele, Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Ligabue. Personaggi immensi e ricordi bellissimi”.
“Un musicista come Hengel Gualdi veniva qui alla Ca’ del liscio per ascoltare Tugnaz (Tonino Zoli), il grande clarinettista – ricorda ancora Lisa Valletta -. Lo stesso Riccardo Muti fu ospite per una intera stagione concertistica alla Ca’ del Liscio, quando il teatro Alighieri fu in ristrutturazione”.
