Diocesi
Carisma ed educazione: 20 anni per il “Cantiere 411”
Il centro educativo promosso dall'associazione "Il Pellicano" delle suore francescane della sacra famiglia è stato fondato nel 2005. Oggi è frequentato da 60 bambini e ragazzi. In dialogo con il vescovo don Pino, tra piatto preferito, giochi e paure
Il Centro educativo di Cesena promosso da “Il Pellicano” su iniziativa delle suore francescane della Sacra Famiglia, oggi ha ricordato l’anniversario alla presenza del vescovo don Pino, dei soci fondatori, degli amici sostenitori, dei bambini.
Un pomeriggio di festa e di conoscenza con il nuovo vescovo don Pino
Sorrisi, giochi, tante domande e altrettante risposte e, immancabile, la torta. È stato un tardo pomeriggio di festa quello di oggi al Cantiere 411, centro educativo promosso da “Il Pellicano”, associazione di promozione sociale nata nel 2005 per iniziativa delle suore francescane della Sacra Famiglia. Sono dunque venti anni di attività quelle celebrate alla presenza delle suore francescane della Sacra Famiglia, dei soci fondatori, dei volontari. E anche di chi, ragazzi e ora uomini e donne, hanno svolto il servizio civile e degli scout adulti del Masci della parrocchia di San Paolo. “Sono tante le persone che insieme a noi hanno fatto nascere l’associazione, dando ascolto alla richiesta di un luogo di accoglienza. Abbiamo chiesto aiuto, e abbiamo trovato amici che ci hanno sempre accompagnato in questi anni. E altri se ne sono aggiunti – le parole della madre generale suor Daniela Scarpellini -. Con l’associazione ‘Il Pellicano’ portiamo avanti la nostra vita carismatica e la nostra presenza, condividendo con tanti questa esperienza. Sono semi gettati, per un mondo più bello”.

Una sessantina i bambini e i ragazzi che frequentano ogni pomeriggio il “Cantiere 411”, tra compiti, gioco e merenda
E poi loro, i protagonisti: i bambini. Vivaci e colorati, una ventina quelli che frequentano le elementari e che al lunedì, al mercoledì e al venerdì pomeriggio, dalle 14,30 alle 18, al Cantiere 411 fanno i compiti, giocano e fanno merenda. Nei giorni del martedì e giovedì sono una quarantina i ragazzi, delle medie e delle superiori, che frequentano il centro educativo. Una sessantina in totale, a cui corrispondono 60 volontari che, in un rapporto di 1 a 1, affiancano i ragazzi nei compiti del pomeriggio.
Oggi, venerdì, sono stati i più giovani frequentatori del Cantiere a essersi presentati al vescovo don Pino, per la prima volta in visita al centro educativo di via Mami, nel quartiere San Rocco di Cesena. Per farsi conoscersi e per conoscere, i bambini hanno così rivolto una serie di domande al vescovo. “Ci piace essere qui, perché stiamo insieme, giochiamo, facciamo i compiti e la merenda. E si gioca a calcio”, le risposte più frequenti dei bambini. Che poi sono passati da ‘intervistati’ a intervistatori, ponendo domande al vescovo don Pino. Quelle di partenza sul colore preferito, dove sei nato, quanti anni hai, il piatto preferito, da quanti anni sei vescovo e cosa fa il vescovo… Quale il gioco preferito di quando eri bambino? “Il calcio, con due pietre a fare da porta, ma anche l’atletica tra corsa e salti. Con allenamenti in spiaggia”, la risposta del vescovo. Ti piaceva andare a scuola? La materiale preferita? “Mi piaceva andare a scuola e ho continuato a studiare anche dopo essere diventato prete. Una particolare preferenza l’ho sempre avuta per l’astronomia: quando la sera guardo il cielo stellato, noti la grandezza dell’universo e scopri che Dio è più grande dell’universo”, prosegue monsignor Caiazzo. E cita un passaggio del Corano, dove dice: “In una notte nera, c’è una pietra nera e sopra, una formica nera. Dio la vede”. Il cantante preferito? “Gianni Morandi che cantava ‘Ritornerò in ginocchio da te…’ Morandi la cantava alla sua ragazza, io lo canto al nostro Signore. Mi piace anche Simone Cristicchi, Renato Zero e anche i più giovani Angelina Mango e Alessandra Amoroso”. La paura di quando eri bambino? “Del buio, che in campagna dove abitavamo la notte era molto buia e dovevamo usare il lume per spostarci in casa. Ma comunque quando si spostava la mamma, andavamo sicuro dietro a lei…”. Fino alle domande più ‘difficili’: la cosa più bella di essere vescovo? “La cosa più bella per me è essere cristiano – sottolinea il vescovo Caiazzo -. Se sono vescovo non l’ho deciso io, ma Lui. E io sono contento di fare la sua volontà”.

L’80 per cento dei bambini e dei ragazzi che frequentano il Cantiere 411 sono musulmani. “Il vescovo guida i cristiani ma si interessa di tutti. Siamo qui insieme perché le suore, attraverso la Chiesa, vi hanno accolto”. E sulla scelta del pellicano come nome dell’associazione, è lo stesso vescovo che spiega il simbolo: “È un grande uccello che si pensava, un tempo, che per nutrire i suoi piccoli prendesse del nutrimento dal suo petto. I cristiani lo hanno scelto come simbolo di Gesù e dell’Eucaristia, perché Gesù ha dato la sua carne per noi. La prossima è la settimana più importante perché celebriamo la Pasqua, il mistero della morte e risurrezione di Gesù. Nella Messa del giovedì celebreremo la festa dell’Eucaristia. Tornerò presto a trovarvi”.


