Cesena
Cesena. Giovani e intelligenza artificiale, spegnere o accendere?
Stamane al Cinema Eliseo gli studenti hanno assistito allo spettacolo Il pulsante, iniziativa a cura de La Comitiva
On/off. Quante volte ci troviamo davanti all’alternativa e quante volte scopriamo che la soluzione giusta non risiede in nessuna delle due ma si nasconde altrove? Sembra volerci insegnare questo lo spettacolo Il pulsante andato in scena stamane, lunedì 20 ottobre, al Cinema Eliseo per gli studenti delle scuole medie e del biennio.
Uno stimolo alla riflessione a cura de La Comitiva
Un lavoro su un tema caldissimo come quello della cittadinanza digitale proposto da La Comitiva che ha ripreso le sue attività come ogni anno. Il centro di aiuto allo studio offre lezioni gratuite per studenti delle scuole superiori sia in presenza – in piazzetta don Giovanni Ravaglia davanti alla Chiesa dei Servi – che on line ogni martedì e giovedì dalle 14,30 alle 16,30 (info e prenotazioni: 320-2224291 oppure lacomitiva.aiutoallostudio@gmail.com).
Grazie ai fondi che il Comune di Cesena ha destinato al tema della cittadinanza digitale, La Comitiva ha proposto Il pulsante, spettacolo del Teatro degli scarrozzanti con l’attore Andrea Maria Carabelli, su testo di Luca Botturi. Milanese, classe 1977, l’esperto dal 2010 lavora come professore ordinario al Dipartimento di formazione e apprendimento della Supsi, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.
Lo spettacolo si snoda sulla scorta di un dialogo – forse più reale di quanto si immagini – tra un informatico e Saimu, Super artificial intelligence per il miglioramento dell’umanità, raffigurata in un bel volto di giovane ragazza bionda piuttosto saputella che pone lo “sguarnito” umano davanti a un dilemma: quale pulsante spegnere, il rosso o il blu?
Uomini? No, consumatori
In gioco ci sono le sorti dell’umanità, ma nel frattempo il bravo Carabelli ha modo di raccontare ai suoi giovanissimi e piuttosto attenti spettatori che ogni giorno Google risponde a 9 miliardi di ricerche (ovvero più di una per ogni vivente sul pianeta); che sul web sono attivi 650 milioni di siti e vengono caricati ogni minuto 500 ore di video; che mentre i boomer da ragazzini facevano le loro ricerche servendosi di un atlante, ovvero di una sola fonte, oggi il problema di uno studente è quello di selezionare la fonte giusta tra le milioni disponibili. Tenendo presente che oltre il 90 per cento di coloro che fanno ricerche su Google si fermano alla prima risposta, ma che il motore di ricerca ragiona con il criterio della maggioranza che, come si sa, non sempre ha ragione.
Tra gli argomenti – mostrati con leggerezza e qualche simpatico coupe de théâtre oltre che giocando con un finale aperto – quello del diritto all’oblìo (Saimu non dimentica niente e per rimuovere un contenuto pubblicato on line bisogna ricorrere alla Polizia Postale). “Avete mai pensato – ha ‘interrogato’ il professor Botturi durante il botta e risposta intrattenuto con i ragazzi al termine dello spettacolo – che sui social sono attivi qualche decina di milioni di account di persone decedute? Siete al corrente del fatto che Saimu sa tutto di voi? Vi traccia in ogni istante, sa quante volte controllate il telefonino, a chi scrivete durante la vostra giornata, quali siti frequentate, a che ora e per quanto tempo …. E ancora, sapete che in Europa ci sono 10 milioni di persone affette da ludopatia e che Google si rende conto di quando una persona sta sviluppando una dipendenza ma che non fa nulla per interrompere questo meccanismo patologico, perchè guadagna dalle pubblicità che guardiamo scrollando?”.
Un ruolo inconsapevole
Secondo l’esperto, l’accesso al telefono in classe e a scuola è da eliminare – a parte per quelle attività strettamente didattiche in cui viene utilizzato come mero strumento. “Nell’età dell’adolescenza il nostro cervello è meno capace di fermare gli stimoli, decidendo a cosa dare attenzione. E l’effetto è quello di una continua distrazione… I giovani vanno resi consapevoli di cosa si nasconde dietro uno strumento enormemente potente ma utilizzato per lo più per guardare gattini. I ragazzi – e non solo – vivono il digitale come parco giochi, ma sono consumatori a tutti gli effetti, un ruolo che non hanno mai assunto consapevolmente”.
La buona notizia
Sul fronte della cittadinanza digitale anche i genitori stanno prendendo consapevolezza. Ne è un esempio la realtà di Pattidigitali.it, in cui una famiglia trova un contesto in cui fare fronte ad un mercato che spesso li vede nuotare controcorrente, e quindi per forza in perdita. “Mettersi insieme – suggerisce il professore – crea spazi educativi altrimenti corrosi“.
Nel mare magum delle informazioni che lo spettacolo elargisce intrattenendo, anche qualche buona notizia. L’IA non è intelligente. L’intelligenza è un attributo degli esseri viventi, capaci di una intelligenza generale. Quella dell’IA è una facoltà ristretta, ovvero esplicata una alla volta: scrivere un testo, oppure produrre musica, oppure guidare un treno. “Il sogno degli informatici – conclude Botturi – è quello di imitare l’intelligenza umana, ma è impossibile. Noi non sappiamo come funzioniamo. Siamo un mistero per noi stessi”.