Cesenatico
Cesenatico. “Ripulire la statua di Giuseppe Garibaldi, a memoria del valore”
Tra l'abete di Natale e il presepe galleggiante è visibile uno dei pochi monumenti che ritraggono l'eroe non a cavallo
In piazza Pisacane a Cesenatico a fianco dell’albero di Natale il monumento a Giuseppe Garibaldi mostra i segni di qualche trascuratezza. Ripercorrendo le gesta dell’eroe del Risorgimento, alcune delle quali compiute proprio a Cesenatico, la richiesta di una pulizia che ridia alla statua il suo valore.
Il monumento di Garibaldi, tra l’abete di piazza Pisacane e il presepe galleggiante
Siamo giunti anche quest’anno al periodo natalizio, con le luminarie che rallegrano vie e piazze delle nostre città. A Cesenatico polo d’attrazione impareggiabile è l’originale e bellissimo presepe galleggiante sulle barche del Museo della Marineria; nell’attigua piazza Carlo Pisacane una improbabile piramide isoscele, in luogo del tradizionale abete, la sera sfavilla di luci accanto ad un perplesso Giuseppe Garibaldi.
Osservando il monumento all’Eroe dei due mondi scaturisce una domanda. Prima però un breve sunto delle vicende per cui, grazie a quel personaggio, anche Cesenatico figura tra le imprese garibaldine. Occorre risalire al 1849 nel cuore del Risorgimento italiano quando, nell’estate di quell’anno, conclusa la breve avventura della Repubblica Romana guidata dai triumviri Mazzini, Saffi, Armellini, le truppe francesi chiamate da papa Pio IX costrinsero alla fuga l’esercito guidato da Garibaldi (circa 4000 volontari, male armati e poco addestrati). Da Roma, i superstiti al seguito del generale, inseguiti sia dalle truppe francesi che da quelle austriache, tra rocambolesche vicissitudini riuscirono a raggiungere il territorio della Repubblica di San Marino, dove Garibaldi decise di sciogliere quel che era rimasto del suo esercito raccogliticcio (poco meno di 2000 volontari) e tentare di raggiungere Venezia assediata dall’esercito dell’Impero Austro-Ungarico.
Nel cuore del Risorgimento italiano
Con meno di 200 fedelissimi rimasti, favorito negli spostamenti dai contadini romagnoli, in piena notte, durante un violento temporale, quei temerari arrivarono a Cesenatico disarmando la guarnigione austriaca a presidio del porto. In un trambusto incredibile, tra urli e schiamazzi e qualche fucilata, con al seguito Anita incinta e gravemente malata, Garibaldi requisì tredici imbarcazioni e all’alba del 2 agosto di quel fatidico 1849 salpò, non senza difficoltà a causa del mare agitato. La notte successiva, la flotta austriaca, favorita dalla bonaccia e da una splendente luna, intercettò la flottiglia fuggiasca, costringendola a prendere terra in quel di Magnavacca (oggi Porto Garibaldi, in provincia di Rovigo). Nel giro di pochi giorni i superstiti vennero tutti catturati e fucilati, Anita morì in un casolare nei pressi della frazione ravennate di Mandriole, ma Garibaldi, grazie alla celebre “trafila”, riuscì a sfuggire agli austriaci e a riparare nel Granducato di Toscana. Il resto è scritto nell’epopea garibaldina.
Una pulizia pre-nataliazia al monumento
Una curiosità: i nomi dei 187 che salparono con Garibaldi in quella livida mattina sono incisi nella grande lapide che orna la facciata su viale Leonardo da Vinci dell’attuale Biblioteca comunale, inaugurata nel 1938, in cui figurano anche i nomi di Angelo Brunetti detto Ciceruacchio e dei suoi due figli Lorenzo e Luigi.
Ma torniamo al monumento e alla domanda che suscita a causa delle penose condizioni di degrado da smog e guano: “ma a una ripulitina pre-natalizia al vetusto monumento non ha pensato proprio nessuno?”
Il testo inciso sul basamento
Per i distratti ecco il testo inciso sul basamento NEL MDCCCIL VINTA ROMA E TORNATA AI PONTEFICI PER LE ARMI DI FRANCIA GARIBALDI MIRO’ A SOCCORRER VENEZIA E SFUGGITA INNUMEREVOLE OSTE TEDESCA CON ARDIMENTO E SAGACIE QUI PER SOCCORSO DI POPOLO SE’ LA MOGLIE I COMPAGNI E LE SORTI D’ITALIA COMMISE A PICCOLA VELA . OLTRE GLI OCEANI CONTRO LA PREPOTENZA FU IN ARMI E CON PRODEZZE E COL SANGUE CEMENTO’ LA FRATELLANZA DI TUTTI GLI UMANI. COMBATTE’ TRENTACINQUE BATTAGLIE TERRESTRI, DIECI VOLTE SUL MARE E SEMPRE ACCORRENDO IN DIFESA DI LIBERTA’ SUPERO’ LE VIRTU’ DI GRECIA ANTICA E DI ROMA.
DI G A R I B A L D I PONEMMO QUI L’EFFIGIE E BASTI CHE A LUI VERO INSUPERABILE MONUMENTO STA ITALIA
CESENATICO MDCCCLXXXIV
Ultima nota: il monumento, uno dei primi in Italia eretti ad onore di Garibaldi e uno dei pochi in cui l’Eroe non è rappresentato a cavallo, voluto da un apposito comitato ed eseguito dallo scultore forlivese Tullo Golfarelli , è stato solennemente inaugurato il 2 agosto 1885, ad appena tre anni dalla morte del generale.