Clarisse cappuccine. La professione solenne di suor Maria Agnese. “Felice sposa per te, mio Dio”

Il vescovo nell'omelia: "In questo periodo di crisi vocazionale, il tuo sì ci incoraggia". Il testo integrale

Chiesa della clarisse cappuccine, a Cesena. Domenica 15 giugno 2025. Suor Maria Agnese del cuore misericordioso durante la processione offertoriale.
Chiesa della clarisse cappuccine, a Cesena. Domenica 15 giugno 2025. Suor Maria Agnese del cuore misericordioso durante la processione offertoriale.

Chiesa gremita, con fedeli anche sotto il porticato. Tanta la commozione. Le parole dell’arcivescovo Caiazzo

Classe 1982, la nuova suora di clausura viene dalla Slovacchia

Classe 1982, di nazionalità slovacca, questa mattina ha detto il suo sì definitivo a Dio. Si tratta di suor Maria Agnese del cuore misericordioso. La professione solenne, con la pronuncia dei voti perpetui di castità povertà e obbedienza, si è tenuta questa mattina a Cesena nella chiesa del convento delle clarisse cappuccine. Il vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, ha celebrato l’Eucaristia. Con lui sull’altare diversi sacerdoti e diaconi. La chiesa non è bastata a contenere tutti i fedeli, molti dei quali provenienti dalla Slovacchia, tra amici e parenti di suor Maria Agnese.

Il momento dell’ingresso in chiesa di suor Maria Agnese del cuore misericordioso. Si vede anche il vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, con mitria e pastorale

“Felice sposa per te, mio Dio”, il canto della suora

Il coro diocesano dei giovani, diretto da Andrea Ugolini, con diversi innesti per l’occasione, ha accompagnato la liturgia nella solennità dedicata alla Santissima Trinità. Suor Maria Agnese ha cantato il salmo responsoriale (video in basso) e il canto dopo la Comunione, un assolo che ha delineato un programma di vita avviato oggi in maniera totale. “Felice sposa per te, mio Dio”, ha ripetuto la nuova clarissa che si dedicherà tutta al Signore, nella clausura del convento posto davanti al cimitero urbano. Una totale consacrazione a Dio e alla Chiesa, come è stato ascoltato nelle varie formule che costituiscono un rituale denso di significati e di fede, per camminare sull’esempio dei santi di Assisi, Chiara e Francesco, modelli di vita invocati in diversi momenti della liturgia.

Suor Maria Agnese a terra per la professione solenne.

Il vescovo nell’omelia “Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio”

Nell’omelia, il vescovo Caiazzo ha fatto riferimento alla Messa di insediamento di Benedetto XVI, il 24 aprile 2005. “Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio”, ha detto il presule citando Ratzinger. Il vescovo ha ringraziato le suore di clausura, a cominciare dalla madre superiora, Chiara Luce, perché con la loro presenza e la loro preghiera sono “la forza che cura la nostra Chiesa e le consente di tenere le braccia alzate, come accadde a Mosè grazie ad Aronne e Cur”.

L’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, vescovo di Cesena-Sarsina, mentre presiede l’Eucaristia nella chiesa della clarisse cappuccine, a Cesena, per la professione solenne di suor Maria Agnese

“Il tuo sì ci incoraggia”

In questo periodo di grave crisi vocazionale, ha proseguito l’arcivescovo Caiazzo, “il tuo sì ci incoraggia. La tua risposta ti ha catapultato dalla Slovacchia alla Romagna”, passando anche attraverso l’intercessione di padre Pio. “Ognuno di noi – ha aggiunto il vescovo don Pino – è avvolto dalla Trinità il cui verbo è generare. E genera sapienza che è figura femminile, è inizio e figlia. Dio non è solitudine, ma si lascia guidare dalla donna-sapienza”.

“Dio è comunione”

Quindi ha insistito monsignor Caiazzo: “A te dico: Dio è comunione, l’opposto dell’individualismo oggi tanto diffuso. Nessuna forma di convivenza è facile, né quella matrimoniale né quella religiosa. Ma è sempre Dio che prende l’iniziativa. Così è avvenuto per te, che come sposa vai incontro allo sposo”.

Suor Maria Agnese si prepara per la processione offertoriale e mostra a tutti la sua felicità

Una continua rivelazione

Si tratta, ha detto ancora il vescovo, di una “continua rivelazione”, appunto perché “non tutto è comprensibile”, come avrà di certo ben inteso oggi, fin da subito, suor Maria Agnese del cuore misericordioso, il cui sorriso ha illuminato e commosso tutti i presenti.

Suor Maria Agnese al termine della Messa, seguita da suor Maria Pia (che è stata anche superiora) e dall’attuale superiora, suor Chiara Luce

Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo.

Una citazione da Benedetto XVI

“Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, amato, necessario. Non c’è nulla di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo”. Sono le parole che papa Benedetto XVI disse il 24 aprile del 2005, all’inizio del ministero petrino quale vescovo di Roma, e con le quali saluto tutti voi.

I saluti alle monache: “Siete la forza che aiuta la nostra Chiesa”

Saluto la madre abbadessa, madre Chiara Luce e la Comunità delle Monache Clarisse Cappuccine “Monastero del Corpus Domini”: siete la forza che aiuta la nostra Chiesa e quella intera, come Aronne e Cur, a tenere le braccia alzate verso Dio per tenderle verso il mondo. Siamo grati a Dio per la vostra preziosa presenza nella Chiesa di Cesena-Sarsina, un dono di Dio.

Segnata dalla presenza della santità di padre Pio

Saluto in particolare suor Maria Agnese del Cuore Misericordioso: oggi sei qui davanti a noi per annunciarci con la tua vita che sono vere le parole di Benedetto XVI. Il tuo “sì” ci incoraggia, in un momento difficile della storia umana e della Chiesa, con evidente crisi vocazionale. Gesù Cristo continua a raggiungerci da innamorato e rende possibile una risposta d’amore che rende feconda la Chiesa. La tua risposta, segnata dalla presenza della santità di san Pio da Pietrelcina, proprio a San Giovanni Rotondo, ti ha catapultato dalla tua terra di Slovacchia in quella di Romagna. È stato proprio il frate dalle stigmate che ti ha aiutato a passare da una vita orizzontale, direbbe papa Francesco, a quella verticale, slanciata verso Dio servendo la Chiesa nel silenzio orante e fecondo di vita sull’esempio di san Francesco e santa Chiara.

Siamo un solo gregge

Saluto i tuoi genitori, la tua famiglia, parenti e amici venuti da così lontano per condividere questo momento di festa. Nel mistero della Santissima Trinità, che oggi come Chiesa celebriamo, ci sentiamo particolarmente uniti perché siamo un solo gregge con un solo pastore e abitiamo lo stesso ovile.

Ognuno di noi è avvolto dalla Trinità

Un saluto a tutti voi, confratelli nel sacerdozio, diaconi, religiosi/e, laici, che vivete l’esperienza quotidiana, nella diversità ministeriale, di partecipare a costruire il Regno di Dio, dove l’alito divino dello Spirito Santo ci guida alla verità intera che Gesù, Maestro e Signore, ci ha rivelato e che porta a compimento. Ognuno di noi è avvolto nella Trinità attingendo alla misericordia del Padre, come Sposa va incontro allo Sposo che viene sempre, facendo ardere d’amore il cuore perché posseduti dallo Spirito Santo.

Il verbo della Sapienza è generare

Nel brano della prima lettura, tratto dal libro dei Proverbi, la Sapienza descrive la sua origine e i suoi rapporti con Dio riconoscendo di essere stata generata da Dio all’inizio della sua attività, dove per attività s’intende il lavoro compiuto da Dio nella creazione. Il testo fa dire alla Sapienza di essere stata costituita, ancor meglio tessuta fin dall’eternità. Per poi sottolineare la propria anteriorità rispetto alle opere create da Dio: abissi, sorgenti, monti, colline, terra e campi. Il verbo usato per parlare della Sapienza è “generare”. Mi piace sottolineare come la Sapienza è figura femminile che prende la parola e racconta l’opera di Dio, presentandosi come “inizio” di tutto, come compagna di Dio e interprete del suo pensiero. Cerco di spiegare meglio. La Sapienza è inizio e figlia, così come poi Giovanni, nel prologo del Vangelo, ci presenterà il “Verbo”: pure lui Figlio, nella persona di Gesù (Gv 1,1ss). Questo per dire che Dio non è solitudine, ma si lascia aiutare dalla donna Sapienza nella costruzione e nell’intelligenza di tutte le cose: Quando Egli fissava i cieli io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso (…) quando stabiliva al mare i suoi limiti, così che le acque non ne oltrepassassero i confini, quando disponeva i fondamenti della terra” (Pr 8,27.29).

Dio è comunione

A te, suor Maria Agnese, dico: Dio è comunione, relazione d’amore che è il contrario del protagonismo nel quale spesso noi uomini cadiamo, l’opposto dell’individualismo che prende sempre più radici nel mondo. Gli altri fanno parte della nostra vita con i quali condividere l’esistenza, gli spazi, facendo circolare l’amore che avvolge, genera e dà vita. Nessuna forma di convivenza è facile: né matrimoniale, né religiosa. Ma se vissuta, immersi nella relazione trinitaria di Dio, tutto crea, tutto genera, come una nuova primavera nella Chiesa e nel mondo intero. La stessa terra che abitiamo, casa comune, diventa luogo di armonia e di bellezza, mentre chi è fuori da questa logica mina seriamente la convivenza umana, la deforma imbruttendola, bagnando la terra di sangue innocente.

Nell’amore di Dio la speranza che non delude

Come ci ha ricordato san Paolo, scrivendo ai Romani, la ragione fondamentale della “speranza che non delude” trova la sua fonte e il suo culmine nell’amore di Dio. L’amore che è stato riversato nei nostri cuori attraverso il dono dello Spirito Santo (cf. Rm 5,5). È sempre Dio che prende l’iniziativa e agisce per primo, pur rimanendo nascosto, per il bene di tutti, seminando il seme della speranza che germoglierà e porterà frutto a suo tempo.

Come sposa vai incontro allo sposo

Così è avvenuto nella tua vita, figlia carissima. Oggi in particolare con la professione perpetua, come Sposa, vai incontro allo Sposo che, come dice il Cantico dei Cantici, ti stringe a sé, rendendo la tua vita piena di luce, di gioia, di amore, di passione per la Chiesa che rappresenti.

Un continua rivelazione

          Nel Vangelo di Giovanni, Gesù ci ricorda che “molte cose ho ancora da dirvi; per il momento non siete capaci di portarne il peso”. In questo cammino trinitario Gesù continua a comunicarci sempre qualcosa di nuovo, è una continua rivelazione che, anche nel tempo che stiamo vivendo, si manifesta attraverso l’azione dello Spirito Santo. Ognuno di noi le capisce nel tempo, attraverso l’esperienza di vita, spesso rattristata da avvenimenti personali, familiari, comunitari, mondiali, ma vivificata dalla vita spirituale. Non tutto è comprensibile, soprattutto quando si coglie che solo attraverso la Croce di Cristo si può capire cosa sia davvero la vita cristiana e il discepolato. Ecco perché c’è bisogno dell’intervento dello Spirito Santo che viene in soccorso alla nostra debolezza. Spirito che non parlerà da sé, ma ci ricorda tutto ciò che avrà udito da Gesù e dal Padre.

“Oggi ti affido al cuore immacolato di Maria”

          Suor Maria Agnese carissima, concludo con queste parole di san Gregorio Nazianzeno, mentre ti affido alla Vergine Maria, che è Madre, Sposa e Figlia del suo Figlio, pregando insieme a tutti voi presenti, affinché tu possa tuffarti sempre in questo mare infinito che è Dio Uno e Trino: So che attraversiamo il mare con piccole navi e con deboli ali puntiamo verso il cielo trapunto di stelle, mentre parliamo di Dio a quanti lo cercano…. Un solo Dio, senza principio né causa, non circoscritto da cosa alcuna preesistente o futura, infinito che abbraccia il tempo, grande Padre del grande e santo Figlio unigenito: purissimo spirito… egli il Figlio è anche lui creatore e reggitore del mondo, forza e intelligenza del Padre…Canta anche la gloria dello Spirito. Tremiamo davanti al potente Spirito, come davanti a Dio: è per mezzo di lui che ho conosciuto Dio. Egli è evidentemente Dio, lui che mi fa diventare Dio: onnipotente, autore di doni diversi, suscita inni nel coro dei santi…

Fuori testo il vescovo ha aggiunto: “Oggi ti affido in modo particolare al cuore immacolato di Maria. Così sia”.