Comunità energetiche, si parte anche a Cesena

L'input arriva dalla parrocchia di San Vittore. Tra i soci, anche la Diocesi. Se ne è parlato giovedì sera in un incontro promosso nelle giornate per il Creato

Roma, 22 maggio 2024: presentazione istituzionale del Vademecum per le Comuni. Foto Siciliani-Gennari/SIR
Roma, 22 maggio 2024: presentazione istituzionale del Vademecum per le Comuni. Foto Siciliani-Gennari/SIR

Due sono gli obiettivi dichiarati: la costituzione di una comunità di persone e la distribuzione sul territorio di eventuali utili.

Una richiesta pressante

Occorre promuovere un momento di confronto con tutti gli economi parrocchiali. È la forte richiesta scaturita al termine dell’incontro di giovedì sera in tema comunità energetiche svoltosi nella sala dell’opera don Baronio in occasione delle giornate per il Creato (cfr pezzo al link qui sotto) promosse dalla commissione diocesana Gaudium et spes guidata da Marco Castagnoli. Alla serata hanno partecipato anche il presidente dell’associazione “Benigno Zaccagnini”, Damiano Zoffoli, e l’assessore alla sostenibilità ambientale del Comune di Cesena, Andrea Bertani.

Energia come valore ambientale

“L’energia ha un valore ambientale enorme – ha detto la consigliera regionale Francesca Lucchi, in apertura di serata -. È il primo problema per le aziende, poi segue la ricerca di personale. E quella solare è molto democratica, essendo disponibile per tutti”.

Cambio culturale e valore educativo

Per la consigliera regionale si tratta di operare “un cambio culturale che ha anche un valore educativo”. La comunità energetica mette insieme chi produce energia e chi la consuma. Lo scambio è fittizio, ma i vantaggi sono reali. Prima di tutto incentiva l’installazione di impianti fotovoltaici e la diffusione di una nuova mentalità che al momento forse non sarà impattante, ma che col tempo potrebbe portare a un cambiamento di approccio verso le fonti di energia.

Studio di fattibilità

Occorre partire, ha messo in evidenza la Lucchi, da uno studio di fattibilità per verificare consumi e produzione e anche perché risulta decisivo avere un mix di utenti, tra produttori e consumatori e per decidere quale forma giuridica adottare, tra cooperativa, associazione e fondazione.

Prima di tutto è una comunità

La comunità energetica, come dice la stessa definizione, “prima di tutto è una comunità”, ha messo in evidenza il direttore di Confcooperative Romagna Andrea Pazzi. Per darvi vita ci vuole un animatore, un motore, una persona che si faccia promotrice, che proponga di dare vita al progetto. Gli iter burocratici, ha sottolineato Pazzi, non sono semplici e dal 2021 al 2024 è stato tutto un susseguirsi di modifiche, fino all’ultima con cui sono stati stabiliti gli incentivi, all’inizio dello scorso anno. In più ci sono tutte le complicazione delle comunicazioni e degli allacciamenti con Enel per i quali occorrono mesi di attesa e tanta pazienza.

Due Diocesi all’opera: Faenza e Rimini

Due Diocesi sono partite, ha detto Pazzi: Faenza, con il vescovo Mario Toso in prima linea, e Rimini. A Faenza un gruppo di lavoro si è messo all’opera per due anni. Un forte aiuto è arrivato dalla Regione che ha finanziato gli studi di fattibilità, oltre ad altre forme di aiuto che possono andare da contributi a fondo perduto e finanziamenti a tassi molto agevolati.

Pazzi ha posto l’accento su due obiettivi: la costituzione di una comunità di persone e la distribuzione sul territorio di eventuali utili. “Si tratta – ha concluso – di obiettivi sociali e in favore di chi vive il territorio”.

A san Vittore cinque fondatori e una cinquantina di soci

Costaldo Natali, deus ex machina dell’iniziativa partita in seno alla parrocchia di San Vittore, con il sostegno del parroco don Claudio Canevarolo, ha detto di aver seguito l’esperienza di Faenza. Sono cinque i soci fondatori: la parrocchia di San Vittore e quella di Tipano, la cooperativa “Amicizia”, la locale polisportiva e la Diocesi di Cesena-Sarsina. I soci sono una cinquantina, tra cui il Banco di solidarietà e il Campo Emmaus.

Un investimento di 200 mila euro e un rientro in sei/sette anni

In questo momento i soci hanno impianti – ha riferito Natali – per 100 kilowatt. “Stiamo installando altri cinque impianti – ha aggiunto – per un investimento complessivo di 200 mila euro e un rientro previsto in sei/sette anni, grazie anche a un contributo in conto capitale (a fondo perduto, ndr) di 50.000 euro”.

Obiettivo: il raddoppio dei soci

L’obiettivo di breve periodo per la comunità energetica di San Vittore è il raddoppio dei soci in breve tempo. “Penso – ha proseguito Natali – agli istituti religiosi, alle scuole cattoliche, alla curia diocesana, alle parrocchie. Tutti possono aderire”. Le quote sono minimali: 25 euro di quota sociale per i singoli più 50 una tantum. Per le aziende, 25 euro di quota sociale più 200 euro una tantum. Poi non è chiesto altro, se non quello di partecipare, per fare comunità.

Informazioni e contatti

Per delucidazioni, informazioni e suggerimenti si può contattare Costaldo Natali al numero 366 439 65 55, oppure via email al seguente indirizzo di posta elettronica: comunitaenergetica573@gmail.com. Inoltre, per un esame preliminare è necessario inviare copia delle bollette per poter visionare il codice pod e il consumo annuo.