Cesenatico
Da Bologna alla mezza maratona Alzheimer: “Correre per mantenere viva la speranza”
Trent'anni fa la diagnosi di sclerosi multipla. Domenica prossima Gianni Gibellini sarà tra i protagonisti della manifestazione sportiva che collegherà Cesena a Cesenatico
Costanza, forza e aria. Una vita di corsa, quella di Gianni Gibellini, tra i protagonisti della mezza maratona Alzheimer che collegherà il centro storico di Cesena al parco Levante di Cesenatico, domenica 14 settembre in quello che è diventato un appuntamento di sport e solidarietà promosso dall’associazione “Amici di Casa Insieme” di Mercato Saraceno
A 28 anni la diagnosi di sclerosi multipla
Modenese di nascita e bolognese di adozione, 58 anni, project manager presso un’azienda bolognese, Gibellini ne aveva 28 di anni quando in Giappone per un viaggio di lavoro si rese conto che la parte destra del corpo era insensibile ai ‘comandi’. Perdita di forza e tonicità ai muscoli, e una diagnosi che non lasciava spazio a dubbi: sclerosi multipla. Due metri di altezza, fisico sportivo da portiere di calcio nella primavera del Modena, una vita professionale che lo portava spesso all’estero, Gibellini ha dovuto ben presto ricalibrare il suo stile di vita: “A partire dal lavoro, dove per anni ho evitato di viaggiare per ridurre lo stress dato da fuso orario, clima e cibo: tutto poteva essere motivo di recidiva – le parole di Gibellini -. Ho iniziato a correre nel momento in cui sono stato dimesso dall’ospedale: mi era stato consigliato di dedicarmi a uno sport che mantenesse i muscoli tonici. Pantaloncini e maglietta, ho iniziato così”.
La “Enzo Ferrari” la prima maratona
Dalla corsa metodica e medicina, alle maratone. A 40 anni ha partecipato alla prima maratona, la “Enzo Ferrari” a Maranello. Da lì ne sono seguite altre, anche all’estero: nel 2018 quella di Berlino corsa in 4 ore e 13 minuti. Ogni anno partecipa a cinque/sei mezze maratone: quella al lago d’Iseo, il memorial “Ferrari” e il “Romeo&Giulietta” a Verona sono quelle fatte da inizio 2025. “Correre mi aiuta – prosegue -. Da solo e in preparazione alle manifestazioni sportive, mi tengo pronto e stimolato. Perseguire degli obiettivi mi invita ad allenarmi con costanza, nel tempo”.
Motivazioni per mantenere viva la speranza
Questa mattina Gibellini si è svegliato alle 5,30, ha corso 12 chilometri prima di andare al lavoro, a 60 chilometri da casa. “Quando feci la prima maratona, il medico che mi aveva in cura mi chiese se poteva esporre nel suo studio una mia foto dell’arrivo. ‘Potrebbe essere di aiuto e incoraggiamento’, mi disse – continua Gibellini -. Ho parlato con diverse persone che da poco avevano avuto la diagnosi di sclerosi multipla, e in tutti ho cercato di infondere fiducia e speranza, confrontandoci sulle terapie mediche e le relative risposte. Il messaggio che voglio dare, anche con la mia partecipazione alla Mezza maratona Alzheimer e la consegna dei premi che mi hanno chiesto di fare all’arrivo al parco, è che è necessario avere motivazioni per mantenere viva la speranza. Ciascuno deve trovare motivazioni personali, ma ci si può anche ispirare a quello che altri hanno fatto e fanno prima di te. Sullo stile di ‘we can’, lo possiamo”. Prosegue: “Sono felice che la mia vita possa essere presa come esempio, un piccolo aiuto, una ‘medicina’ insieme alle altre: se ci sono riusciti altri, è possibile per tutti. Sono concetti di base, che possono prendere forza con la testimonianza diretta”.
Il sogno: un “Giro d’Italia di corsa”
Corre e sogna, Gibellini: “Desidererei promuovere un ‘Giro d’Italia di corsa’, per portare avanti messaggi positivi in merito alla sclerosi multipla e alle malattie degenerative”.
Sono trascorsi trent’anni dalla diagnosi di sclerosi multipla. In questo tempo Gibellini ha cambiato più volte terapie confidando sempre nei progressi della scienza e della medicina. “La vita è un dono prezioso che abbiamo ricevuto. La malattia mi ha portato a ‘starci di fronte’, a reagire, a rialzarmi e a correre…”.
