Cesena
Dal teatro di ricerca, un inno alla vita e alla speranza
In scena al Bonci lo spettacolo di Cesare Ronconi "Bestemmia". A dispetto del titolo, la rappresentazione è una cura per questo termine
Venerdì sera il centro storico di Cesena si popola di giovani e meno giovani che sciamano verso i locali, per consumare aperitivi, bevute in compagnia, amori più o meno duraturi. Di fronte al Teatro comunale, però, una folla aspetta, di fronte all’ingresso. Non sembrano voler andare da nessuna parte, sono fermi lì e aspettano. Guardano verso l’alto, verso la finestra posta proprio sopra l’ingresso del “Bonci”.
Prologo alla finestra
Alle 20,30 precise, un fortissimo segnale acustico, un suono di corno, annuncia che qualcosa sta per succedere: dalla finestra appare Mariangela Gualtieri, che recita il prologo allo spettacolo che, poco dopo, si vedrà dentro il teatro.
«Questo ti voglio dire: non c’è, credi, fino a molti anni luce da qui, non c’è, non esiste un fiore, un tepore come qui, non c’è questa impennata che chiamiamo vita, è una rarità fra le spire dell’universo».
Queste le parole iniziali del breve monologo: forse è la prima volta in assoluto che si usa in questo modo la finestra centrale del teatro, e già in queste prime parole è racchiusa la caratteristica che negli anni ha contraddistinto il Teatro Valdoca: l’amore per ciò che esiste, l’amore per la vita, per questo mistero che ci unisce tutti, che viene messo sempre in discussione.
Scenografia in platea
Se infatti nei precedenti allestimenti era il bianco a dominare, questa volta l’opera è al nero: è questo il colore che si accampa all’interno del teatro, una volta che i numerosi spettatori sono entrati ed hanno preso posto nei palchi.
La platea è occupata dalla scenografia, come già in passato, e ampi teli hanno nascosto le sedie, mentre su una struttura lignea prenderà posto Mariangela Gualtieri, autrice e interprete. Fra palcoscenico e platea intervengono gli altri: Sara Bertolucci, Silvia Calderoni, Eugenia Giancaspro, Nico Guerzoni, Giuseppe Semeraro. Parte integrante sono i suoni, le musiche, curate dall’artista Lemmo. Regia, scene e luci, come sempre, sono di Cesare Ronconi.
Un titolo emblematico
Lo spettacolo, che con il prologo all’esterno del teatro dura circa un’ora e mezzo, ha un titolo emblematico: “Bestemmia”. Non è ciò che succede nello spettacolo; anzi, si può dire che lo spettacolo è la cura per la bestemmia attuale.
Un sinonimo di bestemmia è guerra. «C’è arroganza / di angelo caduto. / Sono idolatri, tengono ammassato / stretto impugnato tengono blindato / lo stare bene di gente assetata / gente schiacciata gente sfinita», dice un personaggio.
Ma nonostante l’orrore, ancora una volta, il Teatro Valdoca sceglie di non cedere. Non è di morte l’ultima parola, ma di speranza. «Un animale che ama / e amando / rifeconda le specie, le teste, / l’immenso panorama / rovinato / del mondo».
Teatro di ricerca
I suoni fanno parte integrante dello spettacolo, sono suoni naturali, registrati in giro per l’Italia, e trasformati in una partitura. Il loro effetto è notevole, colpiscono lo spettatore in certi momenti come una sferza. Così come la recitazione degli interpreti, che nelle regie di Cesare Ronconi è sempre un insieme di fisicità e di voce, anche in questo caso con effetti di grande suggestione.
Come sempre succede col teatro di ricerca, o lo si ama o lo si odia: i numerosissimi spettatori che venerdì 17 ottobre hanno popolato il Teatro “Bonci”, con i loro applausi, hanno dimostrato la loro approvazione.
Repliche ed eventi collaterali
Lo spettacolo è stato pensato appositamente per il Teatro “Bonci”, e verrà replicato oggi, sabato 18 (ore 20,30) e domani, domenica 19 (ore 18).
A margine dello spettacolo, ci sarà la proiezione del video “Come cani come angeli” oggi pomeriggio, sabato 18, alle ore 17, nella Sala Cinema della Biblioteca Malatestiana: introduce Cesare Ronconi che presenta il percorso triennale “correre volare pensare” (in collaborazione con il Comune di Cesena nell’ambito di Cantiere / Ciò che ci rende umani 2025).
