Dall'Italia
Di là dal fiume e tra gli alberi del parco delle Foreste casentinesi
In onda su Rai 5 il 5, il 6 e l'8 febbraio
“Di là dal fiume e tra gli alberi” nel parco nazionale delle Foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna andrà in onda mercoledi 5 febbraio su Rai5 dalle 14,06; giovedi 6 dalle 6,38 e sabato 8 dalle 8,32, un racconto sulla storia, la ricchezza ambientale e la biodiversità umana del parco.
Le storie di chi ci vive e di chi ci è tornato
Già raccontati da Lucrezia Lo Bianco nel documentario “Rosso Casentino”, andato in onda su Rai 3 registrando ottimi ascolti e decisi commenti di apprezzamento, i 36.000 ettari protetti del parco nazionale delle Foreste Casentinesi sono abitati da tante storie, di chi ci abita da sempre e anche da coloro che, negli anni, hanno deciso di lasciare la città e scelto di viverlo.
L’autrice è riuscita a parlare con loro. E le storie sono molte: la famiglia Ulivi, di Ca’ di Noce (Corniolo); Antonio e Giulia, i giovani appassionati che hanno recuperato la tradizione della stampa a ruggine di Santa Sofia (Peromatto), il talentuoso cormamusista Massimo Giuntini nelle luci rarefatte degli antichi castagneti di Camaldoli; Marzia, aretina che ha ha deciso di vivere nel bosco incontaminato ed occuparsi di ospitalità all’Imposto di Stia; Beppe Salieri “dei due mondi” (dalla Romagna al Sudamerica), finito a gestire un agriturismo, un castagneto ed un allevamento, alle Casine San Godenzo; Lando Landi che racconta il Panno Casentino dal punto di vista di chi ha vissuto da operaio i primi straordinari opifici della vallata…
La casa della riserva naturale di Sasso Fratino
“Il Parco eccelle, dal punto di vista naturalistico, come una delle aree forestali più pregiate d’Europa, il cui cuore è costituito dalle foreste demaniali casentinesi, all’interno delle quali si trova la riserva naturale integrale di Sasso Fratino, istituita nel 1959. Foreste imponenti, ricche di boschi misti ricoprono infatti tutto il territorio del Parco, al punto che lo si potrebbe attraversare in tutta la sua estensione senza mai uscire dal lussureggiante e rigoglioso manto verde che lo avvolge. Foreste millenarie, testimoni del continuo evolversi della natura e impregnate di storia, dove il rapporto con l’uomo ha radici lontane nel tempo e ben documentate fin dal 1024, quando San Romualdo diede vita all’Ordine dei Monaci Camaldolesi, che per secoli saranno custodi e gestori di questo patrimonio.
Dal legno del parco le impalcature del Duomo di Firenze e le navi della flotta pisana
Foreste rigogliose e prodighe di sostentamento e ricovero per tante piccole e grandi comunità, dalle quali si è tratto il pregiato legname per le impalcature di opere monumentali come il Duomo di Firenze, o le travi lunghe e dritte per costruire le navi della flotta pisana. È anche un territorio con centri abitati ricchi di storia e di testimonianze artistiche e architettoniche. All’’interno del Parco, ci sono due poli di grande fascino e importanza spirituale: il Santuario della Verna e l’’Eremo di Camaldoli. Tanti i cammini, sacri e storici, che passano tra i due eremi e che portano migliaia di camminatori l’’anno. Diversi i punti di ristoro che li accolgono. Purtroppo, la storia del parco non è stata sempre memorabile: vanno ricordati anche episodi terribili legati alla storia …”.
Un racconto corale
Questo e altro nel racconto corale al quale ha partecipato anche la band della Casa del vento. La sua “voce”, l’insegnante di scuola primaria Luca Lanzi, è andato coi suoi alunni a Vallucciole, nei luoghi che ricordano le stragi naziste. E poi l’ex Padre guardiano della Verna, Francesco Brasa; l’ “avventura” di Casa Santicchio, sugli antichi transiti dei pellegrini; i ricercatori che studiano le “migrazioni” degli alberi sulla pressione del cambiamenti climatici e la “comunità musicale” di Renate e Andreas, tedeschi del Doccione in Vallesanta…

Nella foto sotto la stamperia

Nella foto sotto visitatori all’Acquacheta

La famiglia Ulivi
