Don Pagniello a Cesena: “Ogni cristiano è chiamato ad amare, non solo la Caritas”

Durante il secondo incontro della rassegna “Chiamati ad allargare gli spazi delle nostre tende”, il direttore della Caritas italiana è intervenuto sulla funzione pedagogica di Caritas

Al tavolo dei relatori, sa sinistra: Stella e Pagniello

«Noi, prima di servire i poveri, siamo chiamati a stringere una relazione con loro, a stare accanto». Così don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana, ha riassunto in una frase ciò che si intende, nel primo articolo dello statuto di Caritas, quando si parla di prevalente funzione pedagogica.

Incontro in seminario

L’intervento di don Pagniello si è tenuto presso il Seminario di Cesena, ieri sera, in occasione del secondo incontro della rassegna “Chiamati ad allargare gli spazi delle nostre tende”, promossa dalla Caritas e dall’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro (vedi notizia al link sotto). Nel dialogo con Ivan Bartoletti Stella, direttore della Caritas diocesana, il tema della pedagogia è stato al centro della riflessione.

Tre dimensioni pedagogiche

“Riscoprire la funzione pedagogica di Caritas – spiega don Pagniello – vuol dire capire come siamo chiamati a comportarci in quanto battezzati“. Non si tratta solo di dare un pasto o un alloggio, ma di educare, di stare accanto e vivere la carità come essenza stessa della Chiesa. L’educazione proposta da Caritas, sottolinea il direttore nazionale, passa attraverso tre dimensioni che si intrecciano e si completano: “la pedagogia dei fatti, cioè un’azione educativa basata su gesti concreti, opere che siano segno tangibile dell’amore di Dio, la pedagogia della fragilità, che riconosce nelle debolezze lo spazio privilegiato in cui sperimentare l’amore di Dio e la pedagogia delle risorse, che educa lo sguardo a non fermarsi ai problemi ma a valorizzare la creatività e le potenzialità, anche piccole, per trasformare le vulnerabilità in opportunità“.

Il rifiuto della delega

Un concetto chiave, ribadito con forza da don Pagniello, è il netto rifiuto di ogni delega. “Guai a quella Caritas parrocchiale che si lascia scaricare addosso dalla comunità il compito di amare”, ammonisce. Ogni cristiano deve stare accanto a chi ha bisogno: “Non si può dire vai da quelli della Caritas – spiega Pagniello – ma vieni con me che ti porto da chi può aiutarti”. Caritas, infatti, “non è la soluzione a tutti i problemi, né può sostituirsi a uno Stato che latita. Il suo compito primario è piuttosto quello di ricordare alla comunità che le persone in difficoltà ci sono e che la responsabilità di aiutarli è di tutti“.