Diocesi
Don Quintino, un venerabile già santo per la gente
Incontro ieri a Sant'Alberico su impulso dell'eremita Giambattista Ferro. Il vescovo Regattieri: "Un segno profetico per il mondo di oggi"
Un pomeriggio nel segno dell’eremita
L’invito da parte di Giambattista Ferro
Don Quintino Sicuro è venerabile. Dalla Chiesa è stato dichiarato quest’anno. Ma per chi l’ha incontrato, per chi l’ha conosciuto, don Quintino è santo. Anche per chi non ha mai incrociato il suo sguardo, ma ha ascoltato o letto le testimonianze su di lui. Chi conosce la figura di questo ex uomo della Guardia di Finanza finito all’eremo sul monte Fumaiolo ne resta affascinato. “È un esempio luminoso per tutti noi – ha detto il vescovo Douglas Regattieri, emerito di Cesena-Sarsina dal marzo scorso, ieri nel corso di un incontro tenutosi all’eremo su invito del nuovo eremita Giambattista Ferro -. Don Quintino ha vissuto in maniera eroica le virtù cristiane, qui all’eremo. E vivere qui è stato un segno. Un segno profetico per il mondo di oggi”.
Una ordinarietà straordinaria. Quell’umano che manca oggi
La sua scelta radicale, straordinaria nella sua ordinarietà, di una vita spesa per gli altri fino all’ultimo respiro, lo rende già santo per tutti, ha aggiunto monsignor Regattieri, sull’esempio di altri che lo hanno preceduto, come ad esempio san Luigi Gonzaga. “Il santo – ha detto ancora il presule – non è uno che non cade, ma è uno che si rialza. E con la santità dei cristiani, si migliora il mondo, grazie a un’esistenza più umana”. Più santità equivale a più umanità. Per don Ezio Ostolani, già postulatore della causa diocesana di don Quintino, il sacerdote che morì il 26 dicembre del 1968 aiutando una persona rimasta bloccata con l’auto sulla neve “è l’uomo nuovo del Vangelo. Don Quintino viveva la tensione di realizzare il volere di Dio”. E nulla di umano è rimasto escluso dall’azione dell’eremita, perfino il rapporto con la ex fidanzata, Silvia Bresciani, con cui coltivò un’amicizia e un rapporto sano e bello. “Quell’umano che manca oggi”, ha chiosato con Ezio.
Amare senza moderazione
Il diacono Alberto Salemma, della diocesi di Treviso, in servizio nella Guardia di Finanza, ha ricordato di aver conosciuto la figura di don Quintino nella cappellina in caserma, a Cuneo. “Mi ha aiutato – ha confidato – nella mia ricerca personale. Per tutti noi amare Cristo è un’esigenza imprescindibile. Ma amare non basta, come ha insegnato don Quintino. Occorre dare con amore. Amare senza moderazione, per citare un altro santo, don Tonino Bello”.
La santità possibile
“Per la Guardia di Finanza è un grande orgoglio avere un esempio come quello di don Quintino, ha aggiunto Salemma. “Noi diciamo che siamo in servizio, non che andiamo a lavorare. E il servizio è un grande atto di umiltà. A servizio degli altri, della comunità o delle Istituzioni, come facciamo noi della Gdf”. Inoltre, ha concluso il diacono, “don Quintino ha dimostrato che “si può essere finanzieri e santi al tempo stesso. Lui ci ha capire che è possibile”. Basta volerlo. E vale per tutti, per tutti i mestieri.
La sua benedizione con quella dell’arcivescovo Caiazzo
Dal pubblico, la nipote Francesca ha ricordato un episodio di lei all’asilo. “Avevo quattro anni e portavo i pantaloni per riparami dal freddo. Le suore mi dicevano che quando sarebbe arrivato mio zio don Quintino mi avrebbe sgridato. Per questo lo temevo. Un giorno venne all’asilo, con i piedi scalzi e quel suo telo grigio che lo ricopriva. Mi aspettò alla fine. Avevo paura che mi sgridasse, invece mi mise una mano sulla testa in segno di benedizione. Ho ritrovato questo gesto poche settimane fa quando ho incontrato il vostro nuovo vescovo, monsignor Caiazzo. Anche lui mi ha messo una mano sulla testa e mi sono ricordato di mio zio, quel giorno di 70 anni fa”.
Divulgare la sua conoscenza
Per don Edero Onofri, che ha sempre visto la figura di don Quintino come qualcuno di irraggiungibile tanta era la su fama di santità già allora e anche per la radicalità della sua scelta di vita, “bisognerebbe fare conoscere molto di più la sua vita, la sua testimonianza di fede. Potrebbe essere utile a tanti”.