Due anni dall’alluvione, preoccupazione per l’azienda Mazzone di Ciola

L'appello della minoranza del Comune di Roncofreddo alle istituzioni: "Strada ancora chiusa. Lavoro a rischio"

Strada di Ciola Araldi

A due anni esatti dall’alluvione, c’è chi non si è ancora rialzato.

Sopralluogo della minoranza

È il caso dell’azienda agricola della famiglia Mazzone, a Roncofreddo, nella frazione di Ciola Araldi. A lanciare l’allarme, in una nota inviata alla stampa, sono i consiglieri comunali di minoranza Simona Amadori e Ralph Baldarelli, a seguito di un sopralluogo.

Strade ancora impraticabili

“La strada che porta a uno dei capannoni principali, via Rubicone, dove un tempo si trovavano bestiame e macchinari per la raccolta del latte, è ancora oggi chiusa e impraticabile – segnalano i due consiglieri -. Persino la strada che porta all’abitazione e al piccolo laboratorio rimasto, via Compagnia, è pericolosa, dissestata, dove ancora oggi, leggere piogge causano smottamenti continui.  Due anni di attese, silenzi, rimpalli di responsabilità. Due anni in cui questa famiglia ha dovuto ridurre il numero di animali e iniziare ad acquistare il latte anziché autoprodurlo per poter continuare a produrre il loro formaggio che vendono ogni settimana nei mercati ambulanti”.

Appello alle istituzioni

I danni subiti, l’appello accorato di Amadori e Baldarelli, “non rientrano tra quelli finanziabili con i fondi post-alluvione, e il rischio concreto è la chiusura definitiva dell’attività. E con essa, la perdita di un pezzo importante della nostra identità e della nostra economia locale. Non c’è più tempo da perdere. Servono risposte, e servono ora“.

Da qui “un appello alle istituzioni, tutte, che devono agire nei tempi più celeri possibili. Basta parole. Oggi non si chiede un privilegio, ma giustizia e rispetto per chi lavora, per chi resiste, per chi ancora crede in questa terra”. Con la consapevolezza che “questa realtà familiare, che oggi rischia la chiusura, è solo un esempio tra tanti. Sono molte le attività produttive che vivono nella stessa incertezza, dimenticate dalle istituzioni. Le Amministrazioni devono “ascoltare” questi territori e intervenire”.