Dall'Italia
Emergenza, in Emilia Romagna si attiva il 112, unico per l’Europa. A Forlì-Cesena dal 4 febbraio
Dal 4 febbraio 2025 attivo nei distretti di Forlì-Cesena e Rimini
Un solo numero di telefono, il 112, per richiedere l’intervento della Polizia, dei Carabinieri, dei Vigili del fuoco, del Soccorso sanitario e del Soccorso in mare.
Il 112, numero unico europeo, integra gli altri che restano attivi
In Emilia-Romagna da domani, martedì 3 dicembre, sarà attivo il Nue, Numero unico europeo di emergenza 112: l’avvio in regione riguarda i distretti telefonici con prefisso 051. Per il distretto di Forlì-Cesena e per quello di Rimini al via dal 4 febbraio. Il servizio è stato presentato in conferenza stampa dalla presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna e assessora alla Protezione civile Irene Priolo, dall’assessore alle Politiche per la salute Raffaele Donini, dal viceprefetto vicario di Bologna Beaumont Bortone, dal coordinatore della rete regionale dell’emergenza 118 Antonio Pastori e dai rappresentanti delle forze dell’ordine e dei servizi di emergenza coinvolti.
L’attivazione del Numero Unico Europeo 112 non sostituisce, ma si affianca e si integra con gli attuali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530), che continuano a restare attivi: i cittadini, dunque, potranno chiamare il 112 per qualsiasi tipo di emergenza, oppure continuare a comporre i diversi numeri abituali.
Risposta multilingue e per i disabili, anche dell’udito
Viene così recepita la direttiva dell’Unione europea indirizzata ad armonizzare i servizi di emergenza e a permettere a chiunque si trovi sul suolo europeo di effettuare chiamate di emergenza componendo un unico numero di telefono valido in tutti gli Stati membri. Una novità introdotta, con tempi diversi, sull’intero territorio nazionale, e che in Emilia-Romagna ha visto lavorare insieme, in un rapporto di stretta e proficua collaborazione, tutte le istituzioni coinvolte: Regione, Prefettura di Bologna, Prefetture e Questure regionali, articolazioni regionali e provinciali dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Stradale, della Capitaneria di Porto e il Servizio 118.
La centralizzazione delle chiamate assicurerà, dal punto di vista organizzativo e operativo, una gestione coordinata e integrata tra le diverse forze coinvolte, la tracciabilità della chiamata, la risposta multilingue e l’accesso alle persone con disabilità, anche dell’udito.
Le parole della presidente facente funzioni Irene Priolo e dell’assessore Raffaele Donini
“Si avvia per l’Emilia-Romagna un percorso che, entro pochi mesi, permetterà a ogni persona presente sul territorio regionale di comporre un solo numero di telefono per chiedere aiuto in qualsiasi genere di emergenza- sottolineano Priolo e Donini-. Con un salto di qualità, perché il Numero unico europeo 112 migliorerà la velocità e la precisione della risposta agli utenti e faciliterà il lavoro degli operatori, liberandoli dal compito di rispondere alle chiamate improprie che spesso congestionano le centrali operative. Ringraziamo- concludono la presidente e l’assessore- tutte le istituzioni coinvolte, con le quali abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato complesso, che riguarda l’intera macchina del sistema di emergenza, non solo quella sanitaria”.
Come funziona
Il modello organizzativo messo a punto dalla Regione, in collaborazione con il Ministero dell’Interno e i vertici delle Forze dell’ordine e dei Servizi di emergenza coinvolti, prevede che tutte le chiamate effettuate ai tradizionali numeri di emergenza nazionali (112, 113, 115, 118 e 1530, che continueranno a funzionare esattamente come prima) siano convogliate e prese in carico dalle due Centrali uniche di risposta (Cur), collocate una a Bologna e una a Parma, a seconda della provenienza della chiamata.
Entrano in pista 90 nuovi operatori
Il nuovo sistema di gestione delle chiamate permette alle Cur di ricevere in tempo reale l’identificativo e di localizzare in maniera rapida ed immediata la posizione geografica dell’utente, riducendo il tempo di intervista del chiamante. Migliora ulteriormente, inoltre, la capacità di risposta: i 90 nuovi operatori si occuperanno esclusivamente di questa attività distribuendo così in modo più efficiente le chiamate alle centrali operative dei singoli servizi. Le quali, grazie al filtro delle telefonate improprie, multiple o fatte per errore eseguito dalle Cur, riceveranno un numero considerevole di chiamate in meno, con una riduzione stimata del 40 per cento, potendo concentrarsi su quelle di effettiva emergenza.
Le Cur, inoltre, potranno interfacciarsi con canali di comunicazione alternativi alla chiamata telefonica, attraverso l’utilizzo dell’app “Where are you”, scelta come applicazione di riferimento nazionale dedicata al Nue 112 e messa a disposizione dal ministero dell’Interno tramite un accordo con l’Azienda regionale per l’emergenza Urgenza della Regione Lombardia, che, tra le altre funzioni, rende più facile l’accesso alle persone con difficoltà di comunicazione vocale.
Risposta entro 10 secondi
Le sedi delle due Cur di Bologna e Parma sono state costruite appositamente, grazie a un finanziamento della Regione di oltre 7 milioni di euro, e sono state realizzate con criteri antisismici; sono dotate di una sala per la gestione delle maxi-emergenze e di spazi idonei ad ospitare tecnologie, uffici e servizi, tra cui video-wall informativi per il controllo dell’evoluzione del quadro emergenziale. Ogni Cur prevede 24 postazioni di lavoro, più 8 di riserva, sulle quali si alterneranno in più turni un totale di 90 operatori tecnici.
Gli operatori delle Cur garantiscono una prima risposta a tutte le chiamate di soccorso, che vengono classificate per tipo di emergenza e inoltrate, assieme ad una scheda contenente le informazioni anagrafiche e di localizzazione dell’utente, alle centrali operative competenti per funzione e territorio, le quali procederanno all’eventuale invio delle unità di intervento sul posto
Il tempo di risposta alla chiamata si attesta di norma entro i 10 secondi, pari a due squilli telefonici.