Fra Simone Lunedei diacono. “Il Signore dà tanto di più di quanto desideriamo”

Trentun anni originario di Ronta di Cesena, è frate francescano ora in cammino verso il sacerdozio. "È un dono ricevere l'ordinazione insieme a chi ha gettato e visto crescere in me il seme della fede". L'ordinazione domani, al Santuario di Martorano di Cesena

Fra Simone Lunedei insieme ai genitori e diversi amici in occasione della professione solenne (Porziuncola, 16 settembre 2023)

La celebrazione domani, sabato 11 ottobre alle 18 al Santuario del Sacro Cuore, a Martorano di Cesena. Celebra il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo

Da Ronta ad Assisi, il racconto della vocazione

«È occasione per fare memoria e rendere grazie della mia vita». Fra Simone Lunedei risponde così alla richiesta di un dialogo telefonico dall’eremo delle Carceri, vicino ad Assisi, dove si trova nei giorni di vigilia dell’ordinazione diaconale che riceverà dalle mani del vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo sabato 11 ottobre alle 18 nel santuario del Sacro Cuore, a Martorano di Cesena.

Simone è nato il 6 settembre 1994 ed è cresciuto, figlio unico, con i genitori Rita e Giorgio a Ronta di Cesena, dove ha abitato fino ai 22 anni. La famiglia, la parrocchia e gli scout sono la culla della sua vocazione. «Da piccolo desideravo avere un fratello o una sorella – ricorda Simone -. Ora di fratelli ne ho tanti per la vocazione che sto vivendo: questo dice di come il Signore dà tanto di più di quanto desideriamo». Frequenta la quinta elementare quando entra nei lupetti del gruppo scout Cesena, che allora faceva riferimento all’istituto ‘Don Baronio’. Un ‘posto’ dove intessere amicizie nuove attraverso il gioco e le prime responsabilità. «Dopo la Cresima, ho continuato a rimanere vicino alla parrocchia, luogo di legami profondi. La parrocchia mi è sempre stata familiare: lì ho ricevuto tanto e sentivo il desiderio di rendere altrettanto. A 16 anni, con coetanei spendersi per gli altri era occasione per stare insieme e parlare di temi tipici di quell’età».

L’adorazione con le “Sentinelle del mattino”: “Dio voleva solo essere incontrato”

Sono gli anni in cui Simone studia all’Itis Blaise Pascal, indirizzo informatico. Scoutismo e l’età del clan sono stati una ricchezza: «Era un ambiente dove confrontarmi. Le amicizie di quel periodo si sono via via fortificate – prosegue fra Simone -. È stato un passaggio nella mia vita: a 15-16 anni mi aspettavo che Dio volesse una sorta di bravo ragazzo perfetto. Mi ero costruito un’immagine di Dio-arbitro che mi amava nella misura in cui facevo bene le cose». A 16 anni l’inizio del cambiamento: «Ho avuto l’opportunità di vivere un’adorazione eucaristica per giovani a Rimini, le “Sentinelle del mattino”. Lì, davanti al Santissimo, ho capito che il Signore non aveva certo paura delle mie fragilità, dubbi e domande, ma era incontrabile e mi amava nonostante i miei limiti». E di anni ne aveva 18 quando un assistente scout gli disse: ‘Che tu ci creda o no, in quell’ostia consacrata c’è Dio che ti ama. Non dipende da te l’amore di Dio. Lui ama e basta. A te la libertà di crederci ora’. Dio voleva solo essere incontrato».

Dopo il diploma, per Simone si aprono le porte dell’università. E più forte si fa presenta una domanda: che cosa voglio fare nella vita? «Desideravo avere una famiglia, con più figli. E fare del bene al prossimo, magari insegnando informatica. A 20 anni ho frequentato un corso al Sog (Servizio orientamento giovani) promosso dai frati della provincia dell’Umbria e Sardegna. Avevo il desiderio di una famiglia, ma mi sentivo aperto anche ad altro – continua fra Simone -. Del corso mi ha colpito la gioia dei frati e delle suore che annunciavano il Vangelo, il loro ascolto. Con uno in particolare ho avuto un dialogo a cui ho ‘consegnato’ la mia vita. Non mi ha dato ‘soluzioni’, ma ho capito che da quel momento si sarebbe preso cura di me, delle mie fragilità e perplessità. Una paternità che mi ha colpito».

Università e San Francesco

Proseguivano gli anni universitari, la conoscenza della figura di San Francesco e la vita dei francescani. «Man mano che conosci qualcuno, se quel Qualcuno ti attrae hai desiderio di vederlo sempre più spesso. Mi colpiva il rapporto di Francesco con il Signore: gli scritti raccontano di un’intimità unica. Un’amicizia che si riversava nelle relazioni con i confratelli, con misericordia e correzione fraterna», prosegue fra Simone.

Le professioni temporanee e quella solenne

Dopo la laurea in Informatica nell’ottobre 2016, «ho lasciato lo scoutismo per prendere una decisione molto più liberamente: sentivo che la vita francescana mi attirava troppo», prosegue. È di pochi mesi dopo (marzo 2017) l’ingresso in convento a Monte Luco, a Spoleto, dove è iniziativa l’avventura nei frati: l’anno e 9 mesi di postulato al termine del quale si chiede di entrare in Noviziato a San Damiano. Dopo un anno, la prima professione dei voti di povertà, castità e obbedienza.

A settembre 2019 la professione temporanea di voti, rinnovati fino alla professione solenne. Sono anni di discernimento. «Preghiera e fraternità, tutto viene verificato insieme ai formatori. Mi sono sentito accompagnato dal Signore, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà». Alla Porziuncola vive quattro anni di studio: «Lì Francesco trasmette il Perdono di Assisi. Scopre che la sua vocazione è quella di avere frati accanto. Lì vuole morire. Il Signore mi ha sostenuto nella Parola ricevuta e nei Sacramenti. E anche nei confratelli. Nella misura in cui le relazioni diventano più strette, si affrontano le salite e si condividono le gioie».

Il 16 settembre 2023 alla Porziuncola fra Simone fa la professione solenne e per un anno vive all’eremo delle Carceri, a pochi chilometri da Assisi. «Qui ho terminato gli studi di Teologia. Qui è cresciuto in me il desiderio di poter pensare al sacerdozio. È stato un percorso nato durante gli anni di formazione, sull’esperienza concreta di vita e sulla Parola di Dio. Avevo fatto esperienze che mi avevano fatto pensare che il Signore mi poteva chiamare a servire la Chiesa come frate, come diacono e anche come sacerdote. Nel tempo all’eremo delle Carceri, facendo servizio in santuario e presso gli scout di Assisi, sentivo il desiderio di annunciare il Signore. Al santuario arrivano tanti pellegrini con diverse situazioni, ti affidano cuore e pensieri, cercano un messaggio di speranza. Oppure si accoglie in silenzio, ascoltando».

A Monte Ripido (Perugia): “Sto sperimentando la ricchezza nella varietà di vita pastorale”

Nel settembre 2024 fra Simone viene trasferito a Monte Ripido, a Perugia, dove vive oggi. È uno studentato universitario e parrocchia intitolata a San Giovanni apostolo. Cinquanta studenti vivono in autonomia, affiancati da 10 frati. «Sto sperimentando la ricchezza nella varietà di vita pastorale, con il coinvolgimento di famiglie, scout, cresimandi e gruppo giovani parrocchiali».

Fra Simone pensa ai suoi genitori: «Nel 2016, a 22 anni sono uscito di casa per entrare in convento. Un momento delicato, che ho fatto precedere da una Novena di preghiera. Un passaggio, accompagnato da tanta Grazia. Anche per loro è stato un percorso. Ringrazio Dio per la loro accoglienza, sostegno e fiducia».

“Don Ettore Ceccarelli continua a pregare per me dal Cielo”

Fra Simone è cresciuto in parrocchia a Ronta con don Ettore Ceccarelli. «L’ho conosciuto negli ultimi 20 anni della sua vita – ricorda fra Simone -. Cosa ho imparato da lui? L’intimità con il Signore. Quando lo incontravo per fare due chiacchiere, anche a metà pomeriggio, pregava il Rosario o leggeva testi spirituali. Non ha mai smesso di essere innamorato della sua vita di pastore. Grande era la sua semplicità: era concreto, non amava fronzoli o vesti particolari. Una semplicità che diceva la bellezza e la trasparenza del suo cuore. Quando gli ho detto che sarei entrato in convento è stato molto contento. Lui pregava per tutte le anime della parrocchia, sempre attento alle persone. Mi ha accompagnato come parroco, mi ha visto crescere, mi ha dato i sacramenti. E ancora mi segue dal Cielo».

“Sarà bello ricevere il dono del diaconato nella comunità di origine. La gratitudine, oltre ogni altra emozione”

La chiesa parrocchiale di Ronta è piccola per accogliere le tante persone che arriveranno per l’ordinazione diaconale: la scelta di celebrare al santuario di Martorano è di tipo logistico. «Ricevere l’ordinazione diaconale nella comunità di origine è momento preziosissimo, occasione per rendere grazie a Dio, insieme alla comunità della parrocchia di Perugia di Ponte D’Oddi. Sarà bello ricevere questo dono e ringraziare chi ha gettato in me il seme della fede: la famiglia, la parrocchia, i miei coetanei che hanno condiviso il cammino scout, le tante famiglie. Sono emozionato e grato. Una gratitudine che prevale su ogni altra emozione. Sarà un rendere grazie a Dio insieme».

Fra Simone insieme ai genitori Rita e Giorgio Lunedei