Gatteo, Tonino Venturi si dimette da consigliere comunale del Movimento 5 Stelle

Tonino Venturi, consigliere del Movimento 5 Stelle  a Gatteo, ha annunciato oggi in un comunicato stampa le sue dimissioni dal Consiglio comunale. Dimissioni depositate ieri, mercoledì 7 febbraio, a seguito di una “lunga e turbolenta commissione” in cui – scrive Venturi – “l’Amministrazione di Gatteo ha mostrato tutto la propria ostinazione e prepotenza nel voler portare in approvazione una nuova previsione produttiva nel capoluogo di Gatteo di 375mila metri quadri (Apea), non necessaria e non condivisa dai residenti. Un’imposizione dall’alto che prevede una fase partecipativa solo dopo l’approvazione finale”.

Le ragioni delle dimissioni sono tuttavia più profonde e legate alle elezioni politiche nazionali del prossimo 4 marzo.

Scrive Venturi: “Pur condividendo ogni azione programmatica a livello locale con il mio gruppo M5S, a livello nazionale non posso dire sempre altrettanto. Anche se su diverse tematiche potrei essere in accordo, purtroppo, a mio avviso, il M5S è totalmente mancante su alcuni principi non negoziabili (vita, famiglia ed educazione), per me fondamentali, che riguardano la persona e la famiglia. Valori, come da me intesi, che trovano piena assonanza nella nuova formazione politica Il Popolo della Famiglia (Pdf), alla quale mi sono avvicinato. Mentre – continua Venturi – negli ultimi cinque anni abbiamo assistito da parte di una maggioranza trasversale comprendente tutti i partiti presenti in Parlamento, a un continuo svilimento e soppressione di quei principi”.

Altra riserva di Venturi sul M5S l’organizzazione, da lui definita “troppo schematica ed eccessivamente regolamentata in modo rigido da uno statuto e da vari regolamenti, compresi gli ultimi, da me non sottoscritti”.

“Inizio questo nuovo percorso di impegno civile e politico nel Pdf – conclude Venturi – soprattutto come una scelta personale di coscienza“. Poi cita Martin Luther King “L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare?  Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla”.