Giubileo giovani/5: “Dove sei?”, le catechesi di don Vecchione e monsignor Giuliodori

L'incontro nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù: "Diventare grandi è anche cominciare a perdere, ma ciò che rimarrà è il Cuore di Cristo"

Pastorale giovanile di Cesena-Sarsina nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù (Roma)

Prosegue il pellegrinaggio dei ragazzi di Cesena-Sarsina a Roma per il Giubileo dei giovani.

Nella Basilica del Sacro Cuore di Gesù

Questa mattina, presso la Basilica del Sacro Cuore di Gesù, la catechesi di don Gabriele Vecchione, viceparroco a Nostra Signora di Lourdes a Tor Marancia, e del vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema “Dove sei?“. Al gruppo si è unito anche Enrico Cangini, giovane sindaco di Sarsina.

“Non puoi educare senza i no”

“Dio ha creato l’uomo – ha premesso don Vecchione – ma era solo, inquieto. Così fa scendere un torpore e trae dalla sua costola, vicino al cuore, la donna. L’uomo si esprime con lei con una poesia: “carne della mia carne” e “da me è stata tolta”. Sono nudi nell’Eden, ma non hanno paura di farsi vedere nella loro fragilità“. Poi, ha proseguito il sacerdote, “arriva il serpente che mette il dubbio. Nell’albero della conoscenza c’era un limite. Non puoi educare senza i no, non sviluppi una parte del cervello. Da soli non siamo in grado di gestire il bene e il male. Serve un limite. Il serpente aumenta il limite a dismisura. Favorisce un pensiero sbagliato sul limite. Ha messo il limite al centro e lo ha appesantito. Allora Dio è distante, è un patrigno, si è divertito contro l’uomo. Il serpente rincara la dose: “diventerete come Dio”. Ma chi vorrebbe essere veramente come Dio? – si è chiesto il sacerdote -. Il meccanismo è quello della pubblicità: per essere amato, riconosciuto, visto, devi essere come qualcuno, ma questo vuol dire che tu sei mal considerato”.

“Diventare adulti è cominciare a perdere”

Adamo ed Eva, dopo aver mangiato del frutto, si accorsero di essere nudi. “La vita non va come volevo – ha proseguito don Vecchione – vado a dormire e sono in angoscia, non sono stato amato come volevo, non sono stato creduto. Ecco che allora esplode la sintomatologia dei giovani. È difficile essere fragili. L’uomo reagisce nascondendosi. Ha un retropensiero: “era meglio che non ci fossi”. Ecco allora che il suicidio diventa una possibilità plausibile. Abbiamo bisogno di un padre e una madre capaci di generare e accompagnare. È necessario uscire dalla paure. Come adulti siamo portati a togliere le prove, le fatiche, a tenerli sotto una campana di vetro. Ai giovani stiamo passando un messaggio: “tu non puoi farcela a soffrire e ad affrontare i tuoi dolori”. C’è una deresponsabilizzazione. Non ci prendiamo le nostre colpe: “la donna mi ha dato da mangiare dell’albero”, dice Adamo e poi anche Eva dà la colpa al serpente. Abbiamo paura di non essere amati, di essere soli, abbandonati. Il ladrone pentito disse: “ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno”, cioè fai posto nel tuo cuore a me. Gesù è un vero re, perdona ancora prima quanto tu stai per fare. “Oggi sarai con me”, nel cuore di Cristo. Diventare grandi, adulti, è anche cominciare a perdere, ma ciò che rimarrà è il Cuore di Cristo, il suo amore infinito per noi”.

“Dove sei?”

Il vescovo Giuliodori, nella sua catechesi, si è invece soffermato sul colloquio fra Gesù e Nicodemo, come narrato nel Vangelo di Giovanni. “Giovanni – ha detto il presule – ci introduce nei dialoghi profondi tra Gesù e l’umanità che incontra. Nicodemo, fariseo nobile e rispettato, sarà anche sotto la croce al momento della deposizione di Gesù nel sepolcro”. Nicodemo va da Gesù di notte. “Dove sei?”. Siamo sempre davanti a una ricerca. Questo essere qui ci definisce come persone in ricerca. Dio rivolge a te la stessa domanda: “Dove sei?”. Nicodemo cerca di comprendere se è lui il Messia“.

“Rinascere nel grembo della Chiesa”

Si è chiesto il vescovo: “Nel cuore abbiamo il desiderio di cercare e di trovare? Nel dialogo con Gesù, cosa succede? Si sovrappongono due punti di vista diversi. Gesù dice che per entrare nel Regno è necessario rinascere dall’alto, di nuovo. Dove si rinasce? Nel grembo della Chiesa, del popolo credente, per mezzo dell’acqua e dello Spirito. È un riferimento al Battesimo. Ma cos’è il Battesimo se non entrare nel buio del peccato per rivestirci di un habitus nuovo, di un nuovo modo di esistere? È, in definitiva, vestirsi della vita di Cristo”.

Prossime tappe

Nel pomeriggio di oggi è previsto un “Silent play” in piazza San Pietro. Domani è in programma la liturgia penitenziale nella Basilica di San Paolo fuori le mura.

Il sindaco Enrico Cangini al Giubileo dei giovani