Dal Mondo
Il cinema piange David Lynch, regista visionario
Ieri, a Los Angeles, è morto a 78 anni l'eclettico autore di "Mulholland Drive" e "Twin Peaks"
Addio al grande regista americano David Lynch.
Un artista eclettico
Ieri a Los Angeles, all’età di 78 anni, ci ha lasciato uno dei registi più influenti e visionari della storia del cinema, David Lynch. Nato a Missoula (Montana), negli Stati Uniti, il 20 gennaio 1946, fu artista eclettico in quanto attore, regista, sceneggiatore, produttore e musicista. Da regista ha diretto 10 film, 5 tra telefilm, film TV e documentari e 51 cortometraggi.
Le pellicole capolavoro
Il suo primo film è stato “Eraserhead – La mente che cancella” del 1977, da subito fonte d’ispirazione per molti registi, diventando per esempio la pellicola preferita di Stanley Kubrick. In seguito la mente geniale di Lynch partorirà altri capolavori come “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”. La carriera di attore non si limita solo a camei e ruoli da narratore nei suoi lavori ma anche a ruoli di spessore in film diretti da altri filmmaker, come quello del regista John Ford in “The Fabelsman” di Steven Spielberg.
Chi ha ucciso Laura Palmer?
Oltre ad aver scritto la storia del cinema, Lynch ha lasciato la sua impronta anche per il piccolo schermo, ideando insieme a Mark Frost un telefilm epocale, “I segreti di Twin Peaks”. Andato in onda negli Stati Uniti sulla Abc per due stagioni dall’ 8 aprile 1990 al 10 giugno 1991, la serie tv é ambientata nell’omonima e fittizia cittadina sull’omicidio della studentessa Laura Palmer. Da questo serial verrà ricavato nel 2017 un telefilm revival, “Twin Peaks – Il ritorno”, che verrà proiettato al “Museum of Modern Art” di New York (MoMa) e proclamato dalla rivista francese “Cahiers du Cinéma” come “il film più bello del decennio”.
Premi e riconoscimenti
La carriera del regista statunitense sarà caratterizzata da numerosi premi e riconoscimenti, in primis tre nominations agli Oscar per la miglior regia (per “The Elephant Man” nel 1981, per “Velluto blu” nel 1987 e per “Mulholland Drive” nel 2002), una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale (per “The Elephant Man” nel 1981), una Palma d’oro al festival di Cannes per “Cuore selvaggio” nel 1990, un Leone d’oro alla carriera al festival di Venezia nel 2006 (in occasione dell’anteprima mondiale fuori concorso del suo ultimo lavoro da regista, “Inland Empire – L’impero della mente”) e l’Oscar alla carriera nel 2020. Al di fuori del cinema, fu anche insigne pittore, con i suoi quadri esposti al “MoMa” e alla “Pennsylvania Academy of the Fine Arts” di Filadelfia.