Il messaggio di Natale del vescovo Douglas Regattieri

Nel testo l'accento su "amore, luce e pace: tre parole che fa bene risentire in questo tempo"

Foto: Sandra e Urbano fotografi (Cesena)

Pubblichiamo di seguito il testo del messaggio di Natale del vescovo Douglas Regattieri.

Un destino buono

Con la festa del Natale si ripropone alla nostra attenzione il grande evento dell’Incarnazione di Dio. Dio viene e si veste della nostra umanità. Ha scelto questa modalità per dirci che ci è vicino, che condivide la nostra storia e assume i nostri stessi problemi, fa sue le nostre fatiche, vive le nostre stesse gioie. Per dirci, in sostanza, che ci ama. Amore dice condivisione.

“Il Vangelo dice che Gesù «venne fra i suoi» (Gv 1,11). I suoi siamo noi, perché Egli non ci tratta come qualcosa di estraneo. Ci considera cosa propria, che Lui custodisce con cura, con affetto. Ci tratta come suoi. Non nel senso che siamo suoi schiavi, Lui stesso lo nega: «Non vi chiamo più servi» (Gv 15,15). Ciò che propone è l’appartenenza reciproca degli amici”. (Francesco, Dilexit nos, 34). L’Amore che si è manifestato è Lui, Gesù. Ma ancora oggi tanti non si lasciano avvolgere da questo Amore, preferendo se stessi a Lui o mettendosi alla sequela di altri maestri.

Con il Natale la luce viene nel mondo. Quale luce?, si chiede un autore antico: la luce che illumina ogni uomo che viene nel mondo; la luce eterna senza tempo che è apparsa nel tempo; la luce che si è manifestata nella carne, che avvolse i pastori e fu guida ai magi; la luce che venne tra la sua gente e i suoi non hanno accolto (cfr Sant’Andrea di Creta, Disc., 9). La luce che ha fatto irruzione nelle tenebre del mondo di allora è ancora Lui, Gesù. Ma tanti uomini e donne ancora oggi, come allora, scelgono di sfuggire al fascio della sua luce e preferiscono le tenebre, condannandosi alla tristezza e al vuoto.

Natale è anche evento di pace, perché a Natale nasce il “Principe della pace” (Is 9, 5), Colui che di tutti ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne, ha fatto un solo uomo nuovo, facendo la pace. Amore, luce e pace: tre parole che fa bene risentire in un tempo nel quale spesso all’amore sovrapponiamo il nostro io, alla luce preferiamo le tenebre e invece che cercare la pace ricorriamo alla guerra e alla violenza. Amore, luce e pace: sono parole che declinano il grande tema della speranza che – come ha detto un noto scrittore – è nata a Natale (Peguy).

«La speranza – ha detto papa Francesco il 21 dicembre 2016 – mai è ferma, la speranza sempre è in cammino e ci fa camminare. Questa speranza, che il Bambino di Betlemme ci dona, offre una meta, un destino buono». Natale di speranza. Nell’amore vicendevole, nella luce e nella pace.

Douglas Regattieri, vescovo di Cesena-Sarsina