Il nuovo vescovo visita opere significative. La fotogallery

Le foto della casa famiglia in vescovado, dalle clarisse cappuccine, dal cimitero, dall'opera "Don Dino" e dal "Don Baronio". "Siamo stati creati per essere amati"

Foto: Pier Giorgio Marini

Giornate che resteranno impresse nella mente e nel cuore dei Cesenati, quelle di sabato 15 e domenica 16 marzo.

Casa famiglia, clarisse, cimitero, opera “Don Dino” e “Don Baronio”. Nella carezza di un operatore il segno di Dio

Nella mattina di ieri, domenica 16 marzo, il nuovo vescovo di Cesena-Sarsina, l’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo ha fatto visita ad alcune opere significative del territorio, accompagnato dal vescovo emerito Douglas Regattieri. I presuli hanno visitato la casa-famiglia “Sabattini” della Papa Giovanni XXIII che ha sede in episcopio, voluta dal vescovo Douglas e benedetta anche da papa Francesco il primo ottobre 2017. Poi c’è stato l’incontro con le clarisse cappuccine, nel monastero di fronte al cimitero urbano. Oltre la clausura non ci è stato consentito entrare.

Sosta fuori programma al cimitero

Al cimitero si è svolta una sosta fuori programma. Il vescovo eletto ha sostato in silenzio davanti alle tombe dei bambini mai nati e nel campo dove sono seppellite le suore e in quello dove riposano per sempre i sacerdoti diocesani. Monsignor Regattieri ha ricordato le figure dei preti sepolti, quindi è stata recitata una preghiera di suffragio di tutti.

All’opera don Dino. “Chi vi dà una carezza è segno di Dio”

La sosta successiva è stata all’opera “Don Dino” a Ponte Abbadesse. Qui il presidente Giorgio Andreucci ha riferito di essere stato anticipato. “Avevamo pensato di chiederle di essere ricevuti dal nuovo vescovo, invece lei ci ha preso in contropiede – ha detto Andreucci -. Siamo proprio felici per questo”. Tantissimi gli abbracci e le pose per scattare fotografie. Monsignor Caiazzo non si è sottratto, anzi si è concesso volentieri a ogni ospite e a ogni operatore. “Questo è un momento bello perché è di fraternità – ha detto il vescovo Antonio Giuseppe -. Gesù si è fatto uomo per starci vicino. Gli operatori che stanno accanto a voi e vi stringono la mano, vi danno una carezza sono il segno di Dio”. Per Dio, ha proseguito il nuovo vescovo, “siamo tutti unici. Siamo noi che facciamo le categorie. Siamo stati creati per essere amati. E quando circola l’amore, lì c’è Dio”.

Opere come il “Don Baronio” sono segno potente dell’azione di Dio

L’ultima visita è stata alla residenza “Don Baronio”, in via Mulini. Qui i vescovi Douglas e Antonio Giuseppe si sono fermati per il pranzo con i sacerdoti anziani che vivono nella casa di riposo: don Piero Altieri, don Tarcisio Dall’Ara, don Crescenzio Moretti, don Egidio Neri, don Tarcisio Spinelli. Prima della tavola sono stati visitati gli spazi e i due presuli hanno incontrato tutti gli ospiti. Il vescovo Antonio Giuseppe si è inginocchiato sulla tomba del fondatore, il canonico don Carlo Baronio. A tavola, dopo i saluti del presidente Enrico Ghirotti che ha ringraziato il direttore Luca Brasini, chi vi opera e i membri del consiglio di amministrazione, monsignor Caiazzo ha fatto presente che in luoghi come il “Don Baronio” è potente l’azione di Dio. “Si tratta di una memoria che si fa storia oggi, come accade all’opera di Dio che prosegue sempre. Sono segni che ci hanno lasciato sacerdoti santi. Vi ringrazio perché voi qui operate davvero in senso missionario”.

Pubblichiamo di seguito la fotogallery a cura di Pier Giorgio Marini

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