Cesena
Intelligenza artificiale, don Valentino Maraldi: “Riscoprire la sapienza del cuore”
Una serata con l'esperto in parrocchia a San Pietro
Una serata sul tema “La sapienza del cuore” per parlare di intelligenza artificiale.
Appuntamento a San Pietro
Una settantina di persone in ascolto di don Valentino Maraldi, ieri sera nel teatro parrocchiale di San Pietro. Il sacerdote cesenate, che ha celebrato per molti anni nella nostra diocesi, ora tiene un corso che tratta anche di intelligenza artificiale nella facoltà teologica dell’Emilia-Romagna e svolge attività di parroco nella diocesi di Bolzano-Bressanone.
Quarta rivoluzione industriale
Dietro a ogni rivoluzione industriale c’è un’innovazione: la macchina a vapore, nuove fonti energetiche, i computer. Anche oggi è in atto una rivoluzione di questo tipo. Come ha spiegato don Valentino Maraldi: “La quarta rivoluzione industriale avrà come caratteristica una trasformazione antropologica”. Maraldi, usa il termine “antropologicamente pervasiva” parlando dell’intelligenza artificiale, per sottolineare come questa tecnologia tocchi tante parti della vita umana: “Può aiutare a sintetizzare un libro, ma può anche uccidere persone con i droni guidati dalle macchine”.
Il messaggio di papa Francesco
In passato le innovazioni sono servite per “migliorare la potenza materiale”, riscontra il sacerdor, mentre l’Ai (intelligenza artificiale) tocca le “azioni mentali”, come l’elaborazione dei concetti, la risoluzione di problemi, la percezione umana e quindi i processi per i quali interpretiamo gli stimoli sensoriali. Anche papa Francesco ha espresso delle preoccupazioni, messe in evidenza nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 24 gennaio 2024: “L’accelerata diffusione di meravigliose invenzioni, il cui funzionamento e le cui potenzialità sono indecifrabili per la maggior parte di noi, suscita uno stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo: cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?”.
Transumanesimo e post umanesimo
“La trasformazione è già in atto e la più visibile è quella corporea con i cyborg, ovvero esseri umani con parti biologiche e artificiali, protesi e innesti implementati con Ai, con i quali comunichiamo in modo diverso con il mondo che ci circonda”, spiega Maraldi. Da questa situazione sono nate due correnti ideologiche, “il transumanesimo cioè il superamento di capacità fisiche e cognitive attraverso la tecnologia, oltre che la ricerca dell’immortalità”, e “il post umanesimo cioè il pensare che l’avanzamento tecnologico porterà a un’ibridazione uomo-macchina che non ci renderà più essere umani”.

Le Intelligenze artificiali non sono intelligenti
Ma che cos’è l’intelligenza artificiale? “Ci riferiamo – spiega Don Valentino – a un grandissimo progetto scientifico iniziato 70 anni fa, nato con un tentativo di creare macchine intelligenti. Il primo approccio è stato prometeico. Come Prometeo con il fuoco degli dèi, questi scienziati volevano prendere l’intelligenza umana e trasferirla dentro la tecnologia”. L’intelligenza umana è l’insieme delle capacità psichiche e mentali che, tramite i processi cognitivi, permettono di comprendere e interpretare la realtà e i suoi significati attraverso l’elaborazione delle informazioni. Le “macchine intelligenti”, però “non producono un processo di intelligenza umana, ma solo risultati”. Per questo, come esprime il filosofo Luciano Floridi sono “intelligenti come un tostapane”
Rapporto Save the Children
Per la nostra specie è molto importante la parola, ricorda il sacerdote: “Noi entriamo nell’interiorità dell’altro, la parola non è solo un passaggio di informazione, ci trasforma, ci cura. È un elemento essenziale dello sviluppo umano. Con l’intelligenza artificiale generativa si è creata un Ia che può interagire emulando l’interazione con un’altra persona”. Sono significativi alcuni dati statistici pubblicati sul report di “Save the children” del 14 novembre di quest’anno: Il 41,8% dei giovani tra 15 e 19 anni dichiara di aver usato strumenti di intelligenza artificiale per cercare supporto quando si sentiva triste, solo o ansioso. Una quota simile, oltre il 42%, li ha utilizzati per ottenere consigli su decisioni importanti riguardanti relazioni, scuola o lavoro.
Lentius, Profundius, Soavius
“Riscoprire la sapienza del cuore è necessario per creare un equilibrio – ricorda don Maraldi -. Nell’ultima Enciclica di papa Francesco, il cuore non è visto solo come luogo di sentimenti ed emozioni, ma come il luogo dove Dio si incontra con ogni essere umano”. Per provare a raggiungere questo equilibrio e non essere come le macchine, il sacerdote utilizza un motto attribuito all’ecologista Alexander Langer: “Lentius, Profundius, Soavius” cioè “più lento, più profondo, più dolce”, andando in contrasto con la velocità, la superficialità e la potenza delle nuove tecnologie.
Vulnerabilità
Ciò che ci rende diversi dalle macchine è la vulnerabilità. “La vulnerabilità – precisa il relatore – ci rende reattivi, ci permette di entrare in relazione con gli altri. Se fossimo invulnerabili saremmo forse perfetti, ma perderemmo la nostra umanità, che ci rende unici rispetto alle macchine”.