Diocesi
L’abbraccio di papa Francesco a Cesena. Un ricordo sempre vivo
L'1 ottobre 2017 il Pontefice incontrò una ventina di ammalati nella Cappella della Madonna del Popolo. Il ricordo di Arianna Paglierani, Cristina Gabiccini e Marco Di Manno, a pochi giorni dalla morte del Pontefice

L’1 ottobre 2017 in Cattedrale il Pontefice incontrò una ventina di ammalati. Nei giorni della morte del pontefice, il pensiero è tornato a quel momento carico di emozione. Cristina Gabiccini: “Dio poteva lasciarlo sulla terra un pochino di più…”
L’incontro sotto lo sguardo della Madonna del Popolo
“La carezza del Papa ci riappacifica con il destino”. Così titolammo l’articolo pubblicato sul Corriere Cesenate la settimana successiva la visita del Pontefice a Cesena, l’1 ottobre 2017. Chi si espresse così fu uno dei 20 ammalati che papa Francesco incontrò nella Cappella della Madonna del Popolo, in Cattedrale. Raccogliemmo le parole e le emozioni di qualcuno di loro e ora, a quasi otto anni da quel giorno, a loro siamo tornati per un ricordo di oggi.
Arianna Paglierani di Gambettola: “Per lui, ogni persona era unica”
«Per me è difficile esprimere a parole quello che ho provato quel giorno, perché è stata un’emozione che ha toccato la parte più intima e profonda del mio cuore, che solo a ripensarci mi commuove». Arianna Paglierani è di Gambettola e prosegue nel ricordo: «Quando papa Francesco è arrivato davanti a me, mi tremava la voce e anche la mano, che mi ha stretto con tenerezza. In quello sguardo silenzioso e profondo ho visto lo sguardo di Gesù che mi donava tutto il suo amore di Padre. Papa Francesco in quei pochi secondi guardava solo me e nessun altro. Per lui ogni persona era unica e importante, in particolar modo se sofferente e fragile».
«Penso che lui avesse percepito la mia emozione – prosegue – e mi ha sorriso come per dirmi ‘Arianna, stai tranquilla’, proprio come fa un papà con la propria figlia. Papa Francesco è e resterà un grande Padre della Chiesa e di ciascuno di noi». In questi anni «il suo sguardo mi ha accompagnata con la consapevolezza che la mia sofferenza, unita a quella di Cristo, può diventare strumento di apostolato fra i sofferenti e mi fa essere capace di trasmettere la forza e la bellezza del mio sì al Signore – sottolinea Arianna -. L’eredità che mi sento di custodire è l’attenzione e l’amore per i più fragili e i dimenticati, perché in loro possiamo toccare le ferite di Cristo e incontrarlo».
Il 21 aprile del 2018 Arianna partecipò al pellegrinaggio di restituzione della visita del pontefice a Cesena e in quell’occasione papa Francesco firmò un’icona che ora si trova alla Basilica della Madonna del Monte. Raffigura il momento in cui Arianna e il Papa si stringono le mani. «Ogni volta che andrò al Monte – conclude – ricorderò quel primo ottobre 2017 con gioia e profonda gratitudine».

Mario Di Manno gli “raccomandò” il canonico don Carlo Baronio
“Questo è un prete santo che abbiamo avuto qui a Cesena. Fate presto a riconoscerlo!”. Così Mario Di Manno, allora titolare della tipografia Stilgraf di Cesena, si rivolse a papa Francesco porgendogli il libro “La vita di don Baronio” stampato dalla tipografia stessa. “Il Papa sorrise e fece un cenno di conferma – ricorda Marco Di Manno, figlio di Mario, deceduto nel dicembre 2018 –. Papa Francesco incontrò personalmente gli ammalati, i più fragili. Aveva nel cuore le persone semplici, e in particolare chi era nella sofferenza. Anche se per pochi minuti nella Cappella della Madonna del Popolo, si è percepita la sua grande umanità”.

Cristina Gabiccini, di Balze: “Dio poteva lasciarlo sulla terra un pochino di più…”
La foto di Cristina che abbraccia il Papa è di quelle che rimangono impresse (foto sopra). Con grande spontaneità passò dalle braccia di suo babbo Christian Gabiccini, di Balze di Verghereto, a quelle di papa Francesco, nell’intenso incontro nella cappella della Madonna del Popolo.
Cristina ora ha 15 anni e sta bene. E questa è la notizia più bella. E ritorna al ricordo di otto anni fa: «Mi sono sentita molto fortunata ad aver incontrato il Papa a Cesena. Ero piccola – prosegue Cristina – ma ricorderò per sempre la forte emozione provata quando mi ha salutata con ‘ehi’, e mi è venuto spontaneo abbracciarlo. In questi anni l’ho sempre sentito vicino, gli ho voluto bene e ora sono dispiaciuta. Dio poteva farlo restare sulla terra un pochino di più…».