Moda e teatro sul palco del Victor

Spettacolo in quattro atti, giovedì 13 a San Vittore

Foto di gruppo per organizzatori e sostenitori al termine della conferenza stampa.

Gli abiti, creazioni uniche, racconteranno storie di rinascita

Una sfilata che diventa spettacolo in quattro atti. L’evento “L’abito parla”, in programma giovedì 13 marzo alle 20,30 al Victor di San Vittore (Cesena), vedrà intrecciarsi sul palco moda e teatro.

Protagonisti saranno i frequentatori della Scuola moda di Cesena, autori e autrici di abiti legati in modo stretto al proprio vissuto. «Ogni creazione porta con sé una storia – ha spiegato oggi in conferenza stampa la direttrice Catia Lorenzini –. L’idea è nata da una nostra studentessa che, dopo aver visto il proprio abito alla Milano Fashion week, è voluta andare oltre, con sfilate che raccontano».

Narrazione in quattro atti

E il racconto, assicurano gli organizzatori, sarà ricco di emozioni: «Ci saranno abiti che testimoniano violenze subite, altri che denunciano ingiustizie, altri ancora problemi come l’anoressia. Ma tutti vogliono trasmettere un messaggio di rinascita».

L’evento, parte del cartellone comunale “Marzo delle donne”, ha per regista Donato Carlucci, che ha tradotto in uno spettacolo in quattro atti le storie di chi frequenta la Scuola moda. Il primo è sulla “scintilla” di Elisabetta e altri partecipanti alla Fashion week, con t-shirt decorate per Camac. Il secondo atto è incentrato sulla rinascita e la libertà dopo la violenza subita. Il terzo verte sul ricordo e i semi delle passioni. Il quarto e ultimo sullo spazio surreale, con atmosfere ispirate al “Signore degli anelli” e la partecipazione di Giacomo Giavolucci nei panni della “non binaria” Futura: «Un personaggio diverso dalla iper-femminilizzazione della donna tipica di gran parte del mondo drag queen».

I sostenitori

Lo spettacolo è sostenuto da Fidapa Cesena Malatesta (Federazione italiana donne arti professioni affari), presieduta da Mirella Ravaglia: «Come associazione di donne prendiamo in considerazione tutti gli aspetti del femminile. Abbiamo visto nella Scuola moda di Cesena un esempio di arte e professione e abbiamo voluto supportare questo evento che ha visto, nei lavori preparatori, anche la partecipazione di una psichiatra nostra socia».

«Questo appuntamento – ha concluso la direttrice Lorenzini – ci dà la possibilità di entrare in contatto con mondi che non rientrano nelle nostre consuetudini. L’abbiamo pensato prima di tutto per i giovani dell’ultimo anno delle superiori, per chi si trova disorientato e non sa accettarsi per quello che è. Siamo tutti delle persone, al di là dell’appartenenza ai nostri corpi».