Monsignor Caiazzo alla Messa di Pasqua al “Don Baronio”: “Pregate per il Papa, per il vescovo e per i sacerdoti”

"È la vittoria della vita su ogni forma di morte - ha aggiunto il presule che cita anche l'aborto -. Voi qui rendete vivo questo luogo". La fotogallery

Chiesa gremita oggi pomeriggio all'opera "Don Baronio" per la veglia pasquale celebrata dall'arcivescovo Caiazzo. Foto Federico Fantini
Chiesa gremita oggi pomeriggio all'opera "Don Baronio" per la veglia pasquale celebrata dall'arcivescovo Caiazzo. Foto Federico Fantini

La veglia pasquale nella casa di riposo assieme agli ospiti, a chi vi opera, ai parenti e agli amici. Da tempo non si vedeva tanta gente nella cappella dell’istituto

Chiesa gremita come non capitava da tempo

Chiesa gremita oggi pomeriggio all’opera “Don Baronio” per la veglia pasquale (anticipata) presieduta dal vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo. “Tanta gente così in chiesa, con le porte aperte – ha detto in chiusura ringraziando il coro, tutti gli intervenuti a cominciare dal vescovo, il presidente della Fondazione, l’avvocato Enrico Ghirotti non si vedeva da molto tempo“. La celebrazione è stata animata dai canti eseguiti dal Coro giovani della Diocesi di Cesena-Sarsina.

Il vescovo Caiazzo dal fuoco prende la luce per accendere il cero pasquale. Foto Federico Fantini

Cristo è risorto. È veramente risorto

In avvio di omelia, il vescovo don Pino, che ha iniziato la Messa con la liturgia del fuoco e della luce, come prevede la veglia pasquale, augura a tutti una buona Pasqua. E aggiunge: “Non è solo un modo di dire. In Oriente dicono: Cristo è risorto. Un rispondono: è veramente risorto. Oggi ci troviamo in questo luogo per vivere questo momento così particolare nell’anno, davanti a una comunità eterogenea”. Ci sono i giovani, infatti, con il coro. Ci sono alcuni sacerdoti cui il vescovo ha lavato i piedi nella messa del Giovedì Santo. “Ci sono le suore che servono questo luogo – aggiunge il presule -. Poi gli operatori sanitari, il direttore, il presidente, il vicario generale che so viene qui spesso. Ma soprattutto ci siete voi che rendete vivo questo luogo”.

L’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo al “Don Baronio” mentre pronuncia l’omelia. Foto Federico Fantini

Celebriamo sempre l’inizio della vita

Oggi, aggiunge il vescovo, “celebriamo la vita. Celebriamo sempre l’inizio della vita”. Monsignor Caiazzo va con la memoria a quando era un bambino e ricorda: “Per Pasqua si facevano le pulizie della casa e si faceva pulizia nella propria vita”. Quindi parla dell’uovo come segno di vita. Ecco perché l’uovo, prosegue: “È il segno della vittoria della vita sulla morte. L’uovo ha la vita dentro, come si trova anche nelle tombe antiche di secoli. Veniva messo sempre un uovo, come simbolo della vita”.

A Pasqua il Signore che ha distrutto la morte

Nell’uovo si trova sempre un regalo. “Troviamo a Pasqua il Signore che ha distrutto la morte – va avanti monsignor Caiazzo -. Noi siamo chiamati a vivere sempre, come il seme che veniva custodito sotto il letto matrimoniale dei genitori, simbolo del sorgere della vita. In più, siamo chiamati a vivere per sempre, come Cristo ha vinto le tenebre, come abbiamo simboleggiato prima con le candele accese. Anche noi siamo chiamati a essere luce nel mondo”.

Vita disprezzata a Gaza e con l’aborto

Il vescovo fa anche un accenno alla vita disprezzata, come accade ancora a Gaza, con il territorio distrutto e tanti bambini uccisi dalla guerra. “Quanta vita può essere sprecata e si spreca nel mondo”, commenta monsignor Caiazzo che fa un accenno anche all’aborto. Ma, nonostante tutto il male che si vede nel mondo, “a Gaza pregano – ricorda il vescovo che ha visto un video del parroco, don Romanelli -. Pregano anche se lì è ormai tutto raso al suolo. Speriamo che la Pasqua porti la pace”.

Una supplica finale: la Pasqua come vittoria su ogni forma di morte

Infine il vescovo fa un’invocazione che è anche una supplica a Dio. “Viviamo questa Pasqua – dice – come la vittoria della vita su ogni forma di morte”.

La consegna: tre Ave Maria al giorno

Al termine della Messa il vescovo don Pino lascia una consegna. “Vi do tre impegni, anzi tre Ave Maria da dire ogni giorno – dice davanti alla gente che ascolta con attenzione -. Una per il Papa. Una per il vescovo. E una per i sacerdoti. Se poi volete dire tutta la corona, va bene lo stesso”.

Il vescovo don Pino benedice il popolo durante la Messa di Pasqua, oggi pomeriggio al “Don Ba

Al link qui sotto la fotogallery di Federico Fantini.

Messa di Pasqua | Flickr