Cesenatico
Morgan ha riscaldato il Teatro Comunale di Cesenatico con “Romagna mia”
Attesa ripagata per i fan di Morgan, ieri sera sul palco del Teatro Comunale di Cesenatico, dopo il concerto annullato la scorsa estate e circa un’ora di ritardo sulla tabella di marcia.
L’eclettico artista, in un elegantissimo abito nero con foulard rosso al collo, ha offerto per quasi due ore al folto pubblico (anche se è mancato il tutto esaurito) alcuni dei suoi brani, vecchi e nuovi, assieme a pietre miliari della musica italiana e internazionale con arrangiamenti mai banali, immancabili (ma limitate) provocazioni e una buona dose di improvvisazione. Perfetta l’alchimia con i talentuosi musicisti della band “Le sagome” che lo seguono da circa vent’anni.
Dal successo della trasmissione Rai “StraMorgan”, Marco Castoldi (il nome all’anagrafe dell’artista) ha riproposto il titolo e parte del repertorio, mentre è mancato il racconto della musica.
Non sono però mancate le parole. “In questo mondo misero – ha detto – l’umanità ha bisogno delle canzoni”, in particolare le “canzoni-canzoni”, quelle dei grandi cantautori. “Un cantautore – ha proseguito – dovrebbe insegnare a scuola: è esperto in tutto”. All’affermazione è seguito un sentito omaggio a Fabrizio De André con brani da “Non al denaro non all’amore né al cielo”, album che Castoldi reinterpretò per intero nel 2005.
Durante la serata, Morgan si è alternato alle tastiere, alla chitarra e al basso, mostrando, soprattutto alle tastiere, grande vigore e destrezza. Vocalmente è sembrato avere qualche difficoltà nelle note alte dell’immensa “Space Oddity” di David Bowie. “In Italia Bowie non avrebbe avuto fortuna – ha osservato Morgan -. Gli italiani offendono la bellezza”. E poi: “Quando è morto, gli inglesi hanno ricordato quanto di bello ha fatto, non hanno blaterato sulla sua morte”. A seguire, una critica esplicita ai giornalisti del Fatto Quotidiano: “Sanno soltanto scrivere male della gente. Per loro io sono un pagliaccio”.
Per chi scrive l’apice della serata è stato raggiunto con la potente interpretazione alle tastiere de “Il nostro concerto” di Umberto Bindi e Giorgio Calabrese, definita in altre occasioni dallo stesso Morgan la canzona italiana più bella di sempre.
Rispondendo a una richiesta del pubblico, il concerto si è chiuso con un’improvvisazione di “Romagna mia” con l’immancabile coinvolgimento dei presenti (video sotto). “Il pubblico è ciò che dà senso all’artista”, ha detto Morgan.
Una serata di grande livello musicale con unanimi commenti “a caldo” positivi degli spettatori.
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Il video dell’improvvisazione di “Romagna mia”.