Musiche immortali per la Pasqua

La recensione del concerto di ieri sera della Filarmonica "Arturo Toscanini"

L'orchestra "Toscanini" (foto archivio)

Ascoltare la musica di Mozart è sempre un’esperienza che invita alla modestia. Per quanto si possa avere un’alta stima di sé, non c’è che l’ascolto, come giovedì 17 aprile al “Bonci” di Cesena, di un’opera come la “Sinfonia 25” del genio di Salisburgo, composta a 17 anni, per sentirsi infinitamente minuscoli di fronte a un artista così maturo e completo in un’età così precoce.

Musiche inquiete

La Filarmonica “Arturo Toscanini” ha presentato il concerto di Pasqua, un programma pervaso da un profondo senso del tragico in cui l’inquietudine umana trova consolazione nella fede religiosa: lo “Stabat mater” di Luigi Boccherini e, di Wolfgang Amadeus Mozart, la “Sinfonia 25” e la “Musica funebre massonica”.

Lo “Stabat mater” di Boccherini

Lo “Stabat mater” fu composto da Boccherini (1743-1805) su richiesta dell’Infante di Spagna, Don Luis, nel 1781 per organico cameristico e poi ampliato nel 1800. Il testo, attribuito a Jacopone da Todi, è una preghiera in cui si descrive il dolore di Maria ai piedi della croce (Stabat mater dolorosa / iuxta crucem lacrimosa / dum pendebat filius: Stava la madre dolorosa ai piedi della croce, lacrimosa, mentre pendeva il figlio). I versi sono stati ripartiti dal compositore in undici distinte sezioni, in cui gli inserti strumentali si integrano con le linee solistiche vocali.

“Sinfonia 25” e “Musica funebre massonica” di Mozart

La “Sinfonia 25”, da cui siamo partiti, fu composta da Mozart a 17 anni, nel 1773, e appare immersa nell’atmosfera «Sturm und Drang», l’espressione che identifica il movimento artistico tedesco sviluppatosi fra 1765 e 1785, in opposizione alla serena classicità proposta dal Neoclassicismo. La “Musica funebre massonica”, invece, fu eseguita la prima volta il 17 novembre del 1785 per commemorare la morte di due fratelli massoni (il duca Giorgio Augusto di Meclemburgo-Strelitz e il conte Franz Esterhazy von Galantha) e si sviluppa come una marcia solenne.

Esperienza intensa (come gli applausi)

Sul podio della serata, il maestro Enrico Onofri. Le voci sono dei soprani Valentina Mastrangelo, che si è esibita nei più prestigiosi teatri d’opera e festival internazionali, di Nikoletta Hertsak, giovane cantante ucraina che si è trasferita in Italia per perfezionare gli studi, e del giovane tenore Luigi Morassi, apprezzato dalla stampa specializzata per la voce limpida, ricca di armonici e curata nel fraseggio.

Il concerto, di durata breve (circa 90 minuti) è stato però di durata ben maggiore per lo spessore dei brani eseguiti e per la qualità dell’esecuzione stessa, testimoniata dagli intensi applausi che hanno richiamato gli interpreti sul proscenio svariate volte, a riprova dell’efficacia e dell’intensità dell’esperienza musicale provata.