Dalla Chiesa
Papa Francesco: a Urbi et Orbi, “cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente”
Durante il tradizionale affaccio dalla Loggia delle Benedizioni per la Benedizione Urbi et Orbi, il Papa ha salutato la folla con le parole: “Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua”. Poco prima l'incontro con il vicepresidente Usa
Ancora una volta Bergoglio chiede per l’Ucraina una pace giusta e duratura
La nostra esistenza non è fatta per la morte, ma per la vita. Poi le parole dirette del Pontefice alla folla in piazza San Pietro
“La speranza non è un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude!”. Con queste parole ha avuto inizio il messaggio pasquale letto da monsignor Diego Ravelli, in cui il Pontefice ha ribadito che “non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante”. Francesco ha proclamato: “Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita”. “Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga!”, ha aggiunto. Il Papa ha parlato del sepolcro vuoto come segno definitivo: “Gesù, il Crocifisso, non è nella tomba, è il Vivente! L’amore ha vinto l’odio, la luce ha vinto le tenebre”. Durante il tradizionale affaccio dalla Loggia delle Benedizioni per la Benedizione Urbi et Orbi, il Papa ha salutato la folla con le parole: “Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua” (foto qui sotto). Nel messaggio ha esortato: “Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino”. Quindi ha concluso: “Il Signore ora vive per sempre e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto”.

L’appello per la pace in Terra Santa e in tante parti del mondo
“Cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira a un futuro di pace!”. È l’appello accorato rivolto alle parti coinvolte nel conflitto in Terra Santa nel messaggio pasquale letto da monsignor Diego Ravelli. “Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele – ha detto il Papa – così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese”. Ha denunciato la “drammatica e ignobile situazione umanitaria” nella Striscia di Gaza e ha espresso preoccupazione per “il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo”. Francesco ha poi invitato a pregare per Siria e Libano, per il popolo dello Yemen e per il Myanmar colpito dal terremoto: “Ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso”. Ha ricordato “le popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan”, auspicando riconciliazione in Caucaso, Balcani e Ucraina. “Sono queste le ‘armi’ della pace – ha concluso –: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte”.
Nessuna pace è possibile dove non c’è libertà di pensiero e di parola
“Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità”. È uno dei passaggi centrali del messaggio pasquale in cui papa Francesco ha rivolto numerosi appelli per la pace. “Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola”, ha ammonito. Ha chiesto il disarmo: “L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”. E ha invocato: “La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche”. Francesco ha chiesto a chi ha responsabilità politiche “di non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse per aiutare i bisognosi, combattere la fame e promuovere lo sviluppo”. E ha lanciato un appello: “In quest’anno giubilare, la Pasqua sia occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici”.
L’appello per la pace in Ucraina. Una pace giusta e duratura
“Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina”. Con queste parole papa Francesco ha rinnovato la sua vicinanza al popolo ucraino, duramente colpito dalla guerra. “Incoraggi tutti gli attori coinvolti – ha aggiunto – a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura”. Francesco ha fatto appello alla comunità internazionale affinché non si rassegni al conflitto: “La Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana”. In un contesto segnato da distruzione e sofferenza, il Papa ha ribadito che “nessuna pace è possibile laddove non c’è rispetto delle opinioni altrui e delle libertà fondamentali”. E ha concluso: “Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose”.
L’incontro con il vicepresidente Usa
Prima della benedizione di Pasqua, papa Francesco ha incontrato per pochi minuti il vicepresidente degli Stati uniti d’America, J.D. Vance. “Poco dopo le 11,30 – informa la Sala Stampa della Santa Sede – a Casa Santa Marta, papa Francesco ha avuto un breve incontro privato con il vicepresidente degli Stati Uniti d’America, James David Vance. L’incontro, durato alcuni minuti, ha dato modo di scambiarsi gli auguri nel giorno di Pasqua”. Null’altro è trapelato sull’incontro, anche se poi il messaggio del Papa, qui sopra riportato, ha avuto chiari riferimenti ai temi della più stretta attualità che possono essere stati chiari anche per il vicepresidente Usa.

agensir.it