Papa Francesco e il coro diocesano “Alma canta”

La lettera della direttrice Nicoletta Bettini: "Ora è il momento di intonare un altro canto"

In un'istantanea del primo ottobre 2017, papa Francesco a Cesena e si vede anche Nicoletta Bettini. Foto fornita da Nicoletta Bettini
In un'istantanea del primo ottobre 2017, papa Francesco a Cesena e si vede anche Nicoletta Bettini. Foto fornita da Nicoletta Bettini

I ricordi di chi ha avuto incontri ravvicinati con Jorge Mario Bergoglio

Il colloquio con il Papa, un anno fa

Caro direttore, sono felice di poter dire che, grazie a Dio e al coro diocesano “Alma Canta” che dirigo assieme ad Andrea Ugolini dal 2014, ho avuto la grazia di incontrare papa Francesco ben tre volte, in un crescendo che mi ha portato anche a parlare con lui, proprio un anno fa.

Mi sento anche di dire che è una di quelle cose belle che non è dipesa da me o da noi, ma si è avverata come un sogno che nasce dall’alto, quasi come un segno voluto dal cielo, un dono dello Spirito Santo.

Il cardinale Pietro Parolin

Nel maggio del 2016 il cardinale Pietro Parolin si trovava a Cesena per incontrare i giovani in Cattedrale al termine del 7° Congresso Eucaristico diocesano, invitato dal nostro vescovo Douglas. Anche in quella occasione mi trovavo a dirigere il coro diocesano. Al termine dell’incontro il cardinale venne a stringermi la mano, con mia grande sorpresa, e a complimentarsi e mi chiese cosa poteva fare per noi. Subito riposi: portarci a Roma.

Il Papa a Cesena

Non immaginavo che questo fosse possibile e, ancor più, che sarebbe accaduto abbastanza presto. L’anno seguente, si apprese che papa Francesco avrebbe fatto visita alla nostra città, grazie ancora una volta al nostro vescovo Douglas. L’emozione di poter incontrare il Papa, solo l’idea, faceva battere il cuore a molti. Fummo incaricati di curare, come Coro Diocesano, l’accoglienza di papa Francesco al suo arrivo lungo le strade della città.

Con Andrea, condirettore di Alma Canta, partecipammo alla organizzazione di quel momento, seguendone anche gli aspetti tecnici. Nei contatti con il Vaticano ci era stato chiesto di preparare pochi canti, dato la velocità del momento. Ma la nostra scaletta fortunatamente era ben più ampia e ciò ci permise di essere operativi quando all’ultimo, ci dissero che occorreva coprire tutto il tragitto del Papa.

Il primo ottobre in piazza Giovanni Paolo II

La mattina del primo ottobre 2017 ci trovammo in piazza Giovanni Paolo II all’alba, quando ancora era buio. Il coro, composto da 160 elementi, tra coristi e musicisti, era assiepato dietro le transenne, nel luogo a noi destinato, e cominciava a vivere una grande emozione. Man mano che si faceva giorno cresceva l’attesa finché si seppe che il Papa era atterrato all’Ippodromo di Cesena. Da quel momento abbiamo seguito sui maxischermi le immagini in diretta, mentre cominciavamo a cantare. A un certo punto dal crescente clamore della gente abbiamo realizzato che la ‘papamobile’ era ormai vicina, proprio quando il coro stava eseguendo ‘Vieni, qui tra noi’: qual canto più adatto?

L’arrivo di papa Francesco in piazza Giovanni Paolo II, davanti alla Cattedrale di Cesena. 1 ottobre 2017

Il Papa di fronte al coro

Il papa, quando si è trovato di fronte al coro, ha visibilmente chiesto di rallentare, esprimendo la sua approvazione con il suo inconfondibile ‘pollice alzato’. Poi, di nuovo, all’uscita dalla Cattedrale, ha fatto fermare l’automobile ed ha sostato difronte a noi mentre intonavamo ‘Mi alma canta’, un Magnificat in lingua spagnola, che da quel momento è stata per noi la canzone dedicata a lui. Poco prima, all’uscita dal duomo, aveva detto: ‘saluto il coro, che canta molto bene’ e queste parole hanno scatenato l’emozione di tutti. Altrettanto forte è stato, poi, qualche mese dopo, il 21 aprile 2018, trovarci nuovamente a cantare per Papa Francesco, ma questa volta in Vaticano, in piazza San Pietro, quando abbiamo restituito la visita assieme alla Diocesi di Bologna.

La piazza e la folla lì aveva ben altre dimensioni ed è stata un’emozione altrettanto forte e indimenticabile.  Siamo partiti per Roma a notte fonda in pullman e dopo un viaggio quanto mai scomodo poiché già in tenuta da coristi (non avremmo avuto possibilità di cambiarci diversamente) siamo arrivati in piazza San Pietro la mattina presto, quando ancora era deserta. Le prime difficoltà sono state quelle di varcare i posti di controllo con borse e strumenti per raggiungere il sagrato, altrettanto grande e deserto. Già alle 8 del mattino il sole che si rifletteva sul marmo bianco era abbagliante e ci siamo riparati con cappellini di paglia, in attesa del grande incontro.

Con il coro diocesano di Bologna

Assieme a noi c’era anche il coro diocesano di Bologna, che portava a 300 così il numero dei coristi per quella eccezionale occasione. Per me è stato molto impegnativo stare alla guida di un gruppo così variegato e numeroso, data la precarietà della situazione e senza aver la possibilità di fare prove. Ma mi sono affidata allo Spirito Santo. Grazie ai professionisti di Radio Vaticana l’effetto finale, avvertito dalla piazza e dalla televisione, era veramente di grande qualità. Oltre al coro, quella volta, c’era anche Gianni Morandi, che ha aperto l’incontro, poi la cantante Debora Vezzani e infine è arrivato il nostro turno.

Come avvenuto a Cesena mesi prima, il Papa ha fatto il suo ingresso tra la gente sulla sua ‘papamobile’ accolto dai nostri canti festosi, e ho voluto credere che li avesse e ci avesse riconosciuti poiché alla fine dell’incontro, ancora una volta, ha sfilato a piedi davanti alla transenna del coro per salutarci, accompagnato nostri due vescovi, di Cesena e di Bologna. Un altro momento fugace, tra la folla e i tempi stretti della circostanza, che tutti avremmo voluto fermare ma che ci hanno lasciato un segno forte dell’umanità di papa Francesco, del suo andare sempre verso le persone per incontrarle e ringraziare.

Non c’è due senza tre

Ma come si dice dalle nostre parti: ‘non c’è due senza tre’. Ed ecco che si è prestata di nuovo una occasione, davvero speciale, per incontrarlo da vicino, lo scorso anno, in Aula Paolo VI, che è stata l’ultima volta e forse quella più forte. Il Coro Alma Canta era stato invitato ad animare la liturgia in San Pietro per il bicentenario di Pio VII, con il cardinal Gambetti. Ma qualcuno dal cielo ha voluto che ci fosse anche la possibilità di incontrare il Papa in udienza privata, con le diocesi di Cesena, Imola, Savona e Tivoli.

Il Papa non si è risparmiato

Il Papa non si è fatto desiderare… Accompagnato non dalla ‘papamobile’ ma in carrozzina, ha fatto la sua comparsa sul palco della Sala Nervi nel clamore ed esultanza di tanti fedeli e dei nostri canti. Data la particolarità del momento noi eravamo molto vicini a lui e a tutti i vescovi e cardinali presenti, in rappresentanza delle diocesi coinvolte. Il Papa, come le altre volte, non si è risparmiato: è sceso, sospinto, tra la gente salutando e sorridendo a tutti. Ma ho notato che a fatica si reggeva in piedi per raggiungere la poltrona papale. E anche la sua voce era meno sonora del solito: il papa non era quello di prima ed ho subito pensato che le forze lo stavano lasciando. Tuttavia nel discorso rivolto ai presenti, delineando la figura di Pio VII, ha avuto parole incisive che hanno strappato anche il nostro sorriso, come bene sapeva fare.

Abbiamo intonato “Romagna mia”. Il Papa ha fatto il direttore

Poi alla fine della lettera ha concesso un saluto ai partecipanti, mentre con tutta la sala festosa intonavamo “Romagna mia”. Ma l’emozione e lo stupore è stato massimo quando ho capito che il Papa sarebbe venuto a salutare anche noi, anche me, e così è stato. Noi gli abbiamo riservato per quel momento il suo ‘Mi alma canta’ e ‘finalmente’ papa Francesco, senza fretta, si è potuto fermare davanti al coro e ascoltarlo, sorridendo e accennando lui stesso a muovere le mani per fare il direttore. In questo gesto ho visto tanta tenerezza e capacità di mettersi in ascolto e in relazione. È stato spontaneo, vedendolo vicino a me in carrozzina, inginocchiarmi e porgergli un saluto ma anche esprimergli il mio affetto e ringraziamento a Dio per avercelo donato.

Aula Nervi, 20 aprile 2024. Papa Francesco incontra il coro diocesano “Alma Canta”. Foto Sabrina Lucchi

L’importante è camminare

Ho avuto l’impressione che il suo, però, fosse un fermarsi per ripartire. Ed era cosi, come è sempre stato il suo motto: l’importante è non fermarsi, l’importante è camminare. Le cose belle vissute arricchiscono ma non vanno fermate, al contrario, vanno donate e fatte germogliare. E così il papa ha ripreso la sua corsa verso i tanti che lo aspettavano dopo di noi, verso gli ammalati e i sacerdoti, mentre noi continuavamo a cantare. Non mi sono posta l’interrogativo se lo avrei visto ancora o no, nel mio cuore lo speravo. Ora, invece, è il momento di intonare un altro canto, che facemmo anche in Piazza San Pietro per la nostra amica Raffaella e che riserviamo agli amici speciali che ci hanno lasciato: ‘Là nei cieli e sulla terra questo canto giungerà! Là sui monti e sulle valli questa lode correrà’. Il nostro canto e la nostra preghiera, caro papa Francesco, saranno sempre anche per te.

Grazie della tua benedizione.

Nicoletta Bettini – Cesena

direttrice del coro diocesano “Alma canta”