Basta bombe

Occhi di tutto il mondo puntati sulla Casa Bianca. Anche i nostri. Lunedì scorso si è tenuto l’atteso vertice a Washington ( cfr pag. 9  edizione cartacea), dopo il faccia a faccia tra il presidente Usa, Donald Trump e il suo omologo russo, Vladimir Putin, svoltosi nel giorno di Ferragosto.

Nella capitale statunitense per la prima volta, come ha ricordato lo stesso Trump, sono arrivati i leader europei per confrontarsi con lui e con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sulle possibilità di raggiungere una pace giusta e duratura, come sottolineano da più parti. Non una resa incondizionata, ma un accordo che tenga conto dell’aggressione russa al popolo ucraino. La storia non può essere piegata a proprio piacimento. Le parti in causa sono in conflitto non solo dal 24 febbraio 2022, ma anche dal 2014.

E ancora prima, come le vicende tra quei due popoli narrano da decenni e da secoli. Risulta difficilissimo trovare ragioni da sottoscrivere, così come pure cercare di capire che c’è una popolazione russofona da una parte e dall’altra c’è gente legata a Kiev e alle regioni più occidentali dell’Ucraina.

Non è questo il punto. Noi siamo per la pace. Siamo per la fine delle ostilità, come hanno ripetuto i leader europei a Trump durante la conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva, prima del confronto avvenuto poi a porte chiuse. È ora di mettere fine alle morti di giovani in trincea e di civili nelle case, come invece è avvenuto anche durante i colloqui in America.

La guerra è sempre una sconfitta, e questa nel cuore dell’Europa è difficile da estirpare se ognuno porta avanti ragioni, odi e rancori che si sono sedimentati nel tempo. Lunedì è stato invocato un incontro trilaterale, a brevissimo, come si è impegnato a convocare lo stesso Trump. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ne ha chiesto uno anche a quattro, con i Paesi europei. Ha fatto intendere che non si può prescindere dall’Europa in questa partita. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avanzato la sua proposta di articolo 5, una mediazione tra l’adesione alla Nato e l’esclusione dell’Ucraina dall’Alleanza atlantica.

Trump l’ha riconosciuta come un’importante leader e lei ha incassato con piacere. Ora si riparte, con la speranza, un po’ più fondata, di poter trovare un accordo. C’è bisogno di pace, di concordia, di serenità, come pare aver compreso anche il presidente Trump, apparso lunedì scorso conciliante e ben disposto verso gli alleati europei. Basta bombe sull’Ucraina, su Gaza e nel mondo.