Custodi della pace
Guerra. Ormai è a tutto campo. È quella “mondiale a pezzi” di cui ha parlato a più riprese papa Francesco per metterci in guardia. Siamo immersi in un clima bellico. Anzi, ogni giorno che passa ne siamo sempre più circondati.
La paura cresce, diciamolo, in tutti noi, anche per il nuovo fronte che si è aperto tra Israele e Iran. Non sappiamo come andrà a finire. Ci affidiamo a una vaga speranza di pace, immaginando che qualcosa di buono possa accadere.
Dal G7 in Canada sembra scaturire qualche segnale per una tregua a Gaza. Sarebbe il minimo, pensano in tanti, visto quel che succede in quel lembo di terra nel quale sono tenuti in ostaggio oltre due milioni di persone.
Intrappolate e circondate, ridotte alla fame, davanti al mondo che non sa come agire, che teme ritorsioni, che non ha il coraggio di prendere posizione. Intanto là si continua a morire, e donne, anziani e bambini soffrono non per colpe loro, vittime di giochi che li sovrastano e li utilizzano come merce di scambio, come scudi umani, ostaggi da rilasciare solo in cambio di una contropartita.
In Ucraina si continua a vivere nel terrore. Da due anni e mezzo gli scontri si susseguono sempre più violenti e si allarga il perimetro degli attacchi dal cielo. La popolazione vive intrappolata, costretta nei rifugi.
Sembrano inutili gli appelli alla pace.
Cadono nel vuoto i tentativi degli uomini e delle donne più potenti della Terra. Si avverte una sete di vendetta e un desiderio di conquista cui non eravamo abituati. Dal secondo dopoguerra si era vissuto un lungo periodo di pace, con i conflitti globali che parevano sopiti.
Di recente è arrivata un’ondata di nazionalismi, oggi molto in voga anche in Occidente, dove si pensava fossero stati sconfitti per sempre.
Invece, la voglia di essere e sentirsi superiori, il desiderio di accaparrarsi materie prime, privilegi e posizioni dominanti sta mettendo a repentaglio la sicurezza e la pace in tanti Paesi.
Solo qualche anno fa nessuno poteva immaginarselo, invece è la realtà con quale siamo chiamati a convivere.
Emergono, come dicevamo, alcuni germogli di dialogo, con le diplomazie di numerose nazioni all’opera, Italia compresa. È la speranza cui siamo tutti aggrappati. Un tenue filo che ci unisce, anche su sponde diverse.
Speriamo prevalga la saggezza e il buonsenso, per il bene di tutti. La pace è preziosa, mai scontata, e comincia da ognuno di noi, come ha detto martedì scorso Leone XIV ai vescovi italiani ( cfr pag. 9 edizione cartacea). Va invocata e custodita, ogni giorno.
