Gesù alle porte
Il Natale di Gesù è alle porte.
Nonostante la frenesia di questi giorni, delle luci accese, dei negozi addobbati a festa, del piacere di ritrovarsi nel centro della città, dei paesi e dei piccoli borghi, ci sono tanti segni che rievocano il venire di Gesù oggi, nella nostra vita, nella storia presente. Lo testimoniano i tanti e bei presepi allestiti a Cesenatico, Gambettola, Roversano, Longiano, Case Missiroli e in tanti altri centri.
Il Natale è una festa che coinvolge tutti, a prescindere dal credo. Lo testimonia il desiderio di celebrarlo in qualsiasi luogo e condizione: luoghi di fragilità come case per anziani, di cura, ospedali, ma anche nelle tante aziende presenti sul territorio che chiedono di celebrare il Natale di Gesù. Un bel segno per prepararsi ad accogliere Gesù che viene oggi per curare sofferenze fisiche e spirituali, benedire il mondo del lavoro, illuminare il buio delle nostre anime, scaldare cuori freddi e indifferenti.
Di certo per noi cattolici non potrebbe esserci Natale senza contemplare, meditare ed entrare nel mistero che ha cambiato la storia dell’umanità: Gesù, da Dio, si è fatto uomo. In tutto tranne che nel peccato. Questo è il tempo in cui il Signore continua a venire per illuminare e richiamare a sé menti distratte, disorientate.
È il tempo in cui si conclude l’anno giubilare che di certo tanti benefici ha portato a quanti sono stati viandanti di speranza. Gesù rimane la porta da attraversare sempre. È lui la speranza che viene nel mondo perché si ritorni ad essere uomini desiderosi di condividere la vita di tutti, amare e servire.
È lui l’unica forza che può vincere la logica del profitto, ascoltare il grido di pace di chi quotidianamente assiste a soprusi, ad affetti strappati in modo cruento e che vivono il senso d’impotenza che reclama giustizia. Ecco perché Gesù viene. Per ridare luce al buio che a volte alberga il nostro cuore.
Viene per ridare dignità alla vita prigioniera di una cultura di morte che si fa strada attraverso scie di sangue che dal grembo materno entra nella mente di amori malati, nella soppressione di bimbi appena nati, nella violenza che tradisce gli slogan di pace, nelle ingiustizie di popoli defraudati della loro terra e delle loro ricchezze e sterminati senza pietà.
Il Natale di Gesù è Santo.
Santo perché Gesù è Dio che ci svela il volto del Padre. Fa ardere il cuore di nuova speranza nonostante le tante delusioni che cospargono la nostra storia.
Santo perché Gesù viene, nasce, passa e rimane nelle nuove grotte in cui si consuma la solitudine di uomini e donne.
Santo perché Gesù non si stanca di cercare l’uomo e rivestirlo di quella grazia che lo rende nuovo, bello, rinnovato.
Santo perché Gesù chiede a ognuno di noi di fare la pace con se stesso, con gli altri, con Dio, ritornando a Dio. Il mondo è diventato caotico, cruento, a tratti ingestibile perché ha perso di vista Dio. Ma noi siamo certi che, come direbbe il sindaco santo di Firenze, Giorgio La Pira, «alla superficie, le acque dei mari ci appaiono agitate, ci suggeriscono l’immagine di un divenire caotico, in balia di forze incontrollabili, ma nel profondo vi sono potenti e misteriose correnti che governano il loro moto. Anche nel profondo della storia umana, così agitata nella superficie, vi sono delle grandi e misteriose correnti che trascinano in un senso ben preciso: verso l’unità e la pace. Bisogna saperle individuare».
Santo perché Gesù viene in questa grotta dell’umanità a tratti spoglia, povera e fredda, con il cuore bisognoso di luce, di calore, di pace, di giustizia. Mi piace riportare un pensiero di un grande artista, Vincent van Gogh: «Il cuore di un uomo è molto simile al mare, ha le sue tempeste, le sue maree e nelle sue profondità ha anche le sue perle». Gesù viene per aiutarci a raccogliere queste perle così preziose, immergendoci negli abissi dell’amore divino per tornare a vivere come fratelli.
Santo perché è il Natale di Gesù. Senza Gesù esiste un Natale che inneggia al buonismo, che celebra il consumismo, che contribuisce alla ripresa di un’economia che trova una grossa fonte di guadagno nella costruzione e vendita di armi.
Che la Luce che viene nel mondo illumini il volto di ognuno di noi, ritrovando il sorriso per diffondere il virus dell’amore capace di contagiare tutti e guarire anche i cuori di pietra. Sul nostro cammino lasciamo che la scia di luce illumini quanti incontriamo, diventandone compagni di strada.
Dio è paziente e ricomincia sempre a tessere relazioni d’amore perché diventino fecondità per il bene di tutta la creazione.
Santo Natale di Gesù a tutti voi, alle persone che portate nel cuore e alle vostre famiglie.
Vi abbraccio e benedico.
Antonio Giuseppe Caiazzo
*arcivescovo vescovo di Cesena-Sarsina
