Sempre fratelli tutti
Gli occhi del mondo su piazza San Pietro. È altissima l’attenzione sul Vaticano. Dal ricovero di papa Francesco al policlinico Gemelli, non si è per nulla attenuata la pressione dell’opinione pubblica sulle vicende della Chiesa cattolica. La morte di Bergoglio prima, la sede vacante, il conclave con l’elezione di Prevost hanno riportato sotto i riflettori quanto avviene nella barca governata dal successore dell’apostolo Pietro.
La Chiesa è tornata centrale, così pare anche agli osservatori meno avvezzi alle questioni vaticane, nelle vicende geopolitiche. L’invocazione per la pace è risuonata infinite volte dal palazzo apostolico. Domenica scorsa, al Regina coeli, il nuovo Pontefice ricorda Gaza senza alcun timore e senza temere di imitare il predecessore. Ha parlato dei bambini, delle famiglie e degli anziani «ridotti alla fame», sottolinea con forza. Poi ricorda il Myanmar, dove sono state spezzate «giovani vite innocenti». E non è mancato il ricordo per «la martoriata Ucraina», per la quale si attendono «negoziati per una pace giusta e duratura».
Durante l’omelia Prevost cerca di tenere insieme le due anime che da tempo agitano la Chiesa. C’è chi vorrebbe un ritorno più legato alla tradizione e chi invece la desidererebbe sempre più spinta verso la società, aperta al mondo, essenziale, come la voleva Bergoglio, per il quale dalla piazza si levano timidi applausi.
Prevost, si intuisce dalle prime uscite pubbliche, sembra desiderare per la Chiesa, fermento per il mondo intero, un cammino fatto di amore e unità, di comunione e di fraternità. Lui stesso si definisce «un fratello che vuole farsi servo…», percorrendo «la via dell’amore di Dio… uniti in un’unica famiglia».
Sono due le dimensioni, assieme alla pace tanto cara a Francesco che il nuovo Papa mette sotto la lente: l’amore e l’unità. Quasi un’ossessione quella dell’unità, al centro del suo motto, che può essere sorretta solo grazie all’amore, sull’esempio di Cristo che ha donato la vita.
Leone XIV insiste: «Si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù».
Come Bergoglio, il nuovo Papa invita a uscire, a non chiudersi «nel nostro piccolo gruppo» e detta una ricetta: «Fratelli e sorelle, questa è l’ora dell’amore», e di «una Chiesa missionaria che apre le braccia al mondo».
L’invito è a essere fratelli tutti. Utilizza il titolo dell’enciclica di Bergoglio per indicare la strada da seguire. La rotta sembra tracciata. La navigazione sarà alla maniera di Leone XIV.
