Un nuovo inizio

La parola del momento è pace.

Tutti la invocano, tutti la chiedono, tutti la vogliono. E tutti la sperano. In queste ultime ore, quelle di martedì 14 gennaio, in tanti si attendono una tregua nella Striscia di Gaza, da mesi e mesi sotto pesanti attacchi da parte di Israele che pretende il rilascio degli ostaggi, dopo l’attacco a tradimento del 7 ottobre 2023 nel quale vennero uccise più di mille persone, con un’azione terroristica messa in atto da Hamas.

L’amministrazione statunitense è in campo sia con quella uscente guidata da Joe Biden, sia con quella del presidente eletto Donald Trump che dal 20 gennaio avrà pieni poteri. Le diplomazie internazionali si adoperano per cercare una soluzione a un conflitto che infiamma tutto il Medio Oriente. Papa Francesco non perde occasione per chiedere la cessazione del conflitto e pietà per donne, vecchi e bambini sotto le bombe da lunghissimo tempo, in un territorio che è un fazzoletto di terra dove vivono accampati oltre due milioni di persone.

Bergoglio fa leva sul Giubileo che si è aperto in San Pietro, a Roma, nella notte di Natale. Un Anno Santo dedicato alla speranza, altra parola di cui c’è urgente bisogno. Sembra smarrirsi la speranza, viste le decine di guerre che infiammano il pianeta.

Una pia illusione quella su cui insiste il Pontefice? Alcuni si chiedono che senso abbiano i suoi continui appelli.

E invece, alla luce di ciò che sta accadendo, qualcosa forse è cambiato.

La speranza oltre ogni difficoltà. Ci dobbiamo credere e ci vogliamo credere. Ma anche lavorare: la speranza ha bisogno di interpreti capaci di tradurla in azioni quotidiane. Ha bisogno di ognuno di noi. Accanto a pace e speranza occorrono verbi concreti: ricostruire, restituire, ripartire, rianimare, ricominciare.

Non ci rassegniamo a un destino che sembra segnato. Non possiamo e non vogliamo farlo. Ogni mattino, al sorgere del sole, anche se nascosto dalle nuvole, si apre un giorno nuovo. È un nuovo inizio, come la creazione.

Un’alba nuova, un’ennesima primavera che sboccia nonostante le nostre cattiverie, i nostri limiti, i nostri conflitti, da quelli familiari a quelli tra le nazioni.

Abbiamo bisogno di credere in un mondo più giusto, più equo e più solidale. In una parola, in un mondo più fraterno. Questo il senso tangibile del Giubileo. Da oggi, ogni giorno.

Ciascuno porti il suo mattoncino per la costruzione di una nuova realtà.