Una festa nella gioia

È di certo un evento. Il passaggio di pastorale da un vescovo a un altro segna ogni volta un momento importante per la comunità cristiana di un territorio. Sarà così anche per noi, domenica prossima, per la successione apostolica che avviene tra monsignor Douglas Regattieri, alla guida della Diocesi di Cesena-Sarsina da oltre 14 anni, e monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo che papa Francesco ha trasferito da Matera-Irsina alla Romagna.

Sarà di certo un evento anche per l’intero territorio. Tra i tanti fedeli che affolleranno la Cattedrale, come avvenuto già sabato scorso per il saluto al vescovo Douglas, saranno presenti numerose autorità civili e militari e singoli cittadini, a dimostrazione di come la Chiesa locale si impasta con la comunità civile. Non mondi separati, ma realtà che si rispettano e dialogano e, in numerose occasioni, coincidono.

È la metafora del lievito nella pasta, quella della parabola evangelica. La Chiesa vive nel mondo anche se non appartiene al mondo. Ma con quel mondo è in continua relazione tanto da volere dare un senso pieno all’agire nel mondo. Così come avviene da duemila anni nella storia. Gesù Cristo ha condiviso ogni esperienza umana.

Anzi, ha dato significato alle azioni di uomini e donne, come ad esempio è avvenuto alle nozze di Cana. Nulla è escluso all’agire di chi segue i suoi insegnamenti.

La Chiesa di Cesena-Sarsina prosegue il suo cammino. Non si è interrotta la vita delle comunità dopo l’annuncio della nomina del nuovo pastore, il 7 gennaio scorso. Anzi, ci si è adoperati ancora di più per prepararsi a questo passaggio che porta con sé elementi di continuità e di novità, come è giusto che sia. La varietà dei carismi e dei doni che ogni persona incarna nel proprio vissuto, ciascuno figlio delle proprie origini, di storie, di famiglie, tradizioni e percorsi diversi, costituirà un elemento di ricchezza a vantaggio di tutti.

Il 16 marzo vivremo con gioia un momento di festa, con la consapevolezza che ogni passaggio comporta sempre un cambiamento.

Sarà un nuovo tornante nella storia della nostra Chiesa locale, chiamata ad accogliere un presule che per la prima volta arriva da tanto lontano.

Un elemento di novità che accresce l’attesa in quanti frequentano le nostre parrocchie, le associazioni e i movimenti cattolici, ma anche per chi guarda con simpatia, e qualche volta con nostalgia, coloro che testimoniano con la vita la pienezza e la bellezza di essere cristiani.