I cattolici e la società nel dopo Trieste

Perché non proporre la Rete a tutti i credenti impegnati nelle istituzioni e negli enti del nostro territorio?

Trieste, 4 luglio 2024. Incontro-dibattito alla 50ª edizione della Settimana Sociale dei cattolici Italiani. Foto Siciliani-Gennari/SIR

Siamo nell’anniversario dell’appello di don Sturzo ai “liberi e forti”. Era il 18 gennaio 1919. Quell’evento mise fine al divieto di far politica per i credenti. Nella ricorrenza si sono svolte alcune iniziative di cattolici impegnati in politica, ispirate, tra l’altro, alla recente Settimana sociale dei cattolici svoltasi a Trieste, che ha mostrato un mondo vivo e appassionato, con la presenza di amministratori locali che nel giro di pochi mesi ha costituito una rete trasversale di quasi 500 persone, tra amministratori e operatori sociali, provenienti da tutta Italia e formati nelle associazioni, nei movimenti, nelle diverse realtà ecclesiali. Tutte queste persone hanno scelto di condividere il loro impegno in questa proposta.

In parallelo a questo percorso, che avrà un importante appuntamento “costituente” a Roma il 14 e 15 febbraio, si sono svolti due convegni a Milano, uno da parte di un gruppo di cattolici democratici aderenti o idealmente vicini al Partito democratico per un’iniziativa denominata “comunità democratica”. L’altro, a porte chiuse, dall’area cattolico-liberale impegnata nel centro-destra. Anche l’associazione Libertà Eguale (in cui sono presenti sia cattolici che laici) si è riunita a Orvieto nel 25° dalla propria fondazione.

A questi appuntamenti si può aggiungere la presentazione del libro “Qualcuno era democristiano”, utile per leggere meglio cosa accadde all’impegno politico dei cattolici dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana.

Siamo di fronte a proposte interessanti che non dobbiamo confondere con la “rete di Trieste”, che vuole essere uno spazio per credenti di qualsiasi orientamento politico (cosa per nulla semplice dopo 30 anni di cammini separati…). Per semplificare il ragionamento si tratta di due approcci diversi: i vari convegni citati si preoccupano di verificare se le attuali proposte politiche hanno “il fiuto del popolo”, parafrasando papa Francesco sulla necessità di stare davanti, in mezzo e dietro al popolo.

Il processo costituente della rete di Trieste è chiamato ad alimentare la fiducia nel tempo, che è superiore allo spazio. Se c’è stato un errore di fondo in tutti questi anni è stato quello di avere pensato che il lavoro politico sia solo finalizzato a prendere spazi. Ne sono nate così a livello nazionale piccole operazioni elettorali di cui hanno beneficiato alcuni esponenti politici, senza suscitare una grande passione civile tra gli elettori.

Allora non si deve perdere di vista ciò che ci è stato ricordato da ultimo anche nel Comunicato finale del Consiglio Permanente Cei 22 gennaio scorso: «… è fondamentale creare e rivitalizzare i luoghi di formazione socio-politica, aiutando a promuovere il dialogo senza cedere alle polarizzazioni e alle contrapposizioni sterili…».

Sarà l’assemblea costituente della rete di Trieste a decidere se siamo di fronte a un’iniziativa importante per offrire uno spazio continuativo e non occasionale di riflessione e confronto sui temi più significativi a livello locale, nazionale e internazionale.

Visto che si tratta di una rete di “amministratori e operatori sociali” perché non proporla a tutti i cattolici impegnati nelle istituzioni e negli organi direttivi delle associazioni ed enti del nostro territorio? E ancora, perché non pensare con queste persone a una “piazza della democrazia”, così come è stata promossa durante la Settimana sociale tenutasi a Trieste?

«Il tempo è superiore allo spazio – come ha ricordato Bergoglio il 7 luglio scorso – e non dimentichiamo che avviare processi è più saggio di occupare spazi. Io mi raccomando che voi, nella vostra vita sociale, abbiate il coraggio di avviare processi, sempre…».