Leone XIV «La ricerca serve»
Non si possono disgiungere fede e pensiero. Invece, viviamo un tempo di vuoto culturale
Il discorso che papa Leone XIV ha rivolto il 14 novembre alla Pontificia Università Lateranense per l’inaugurazione dell’Anno accademico è importante e merita non solo d’essere additato, ma pure riflettuto e abbracciato.
Egli ha detto. «Oggi abbiamo urgente bisogno di pensare la fede per poterla declinare negli scenari culturali e nelle sfide attuali, ma anche per contrastare il rischio del vuoto culturale che, nella nostra epoca, diventa sempre più pervasivo. Il servizio accademico spesso non gode del dovuto apprezzamento, anche a motivo di radicati pregiudizi che purtroppo aleggiano pure nella comunità ecclesiale. Si riscontra a volte l’idea che la ricerca e lo studio non servano ai fini della vita reale, che ciò che conta nella Chiesa sia la pratica pastorale più che la preparazione teologica, biblica o giuridica. Il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità. L’indagine scientifica e la fatica della ricerca sono necessarie. Abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti. Perciò, vi esorto a non abbassare la guardia sulla scientificità, portando avanti una appassionata ricerca della verità e un serrato confronto con le altre scienze, con la realtà, con i problemi e i travagli della società».
Sono affermazioni forti, che colpiscono anche per la schietta e pacata naturalezza con la quale il Santo Padre si è rivolto, pur nella solennità dell’evento, al consesso accademico: cioè a un pubblico di specialisti, di docenti e formatori impegnati in uno dei più delicati settori della formazione educativa.
Quali le sottolineature maggiori? Non si può disgiungere la fede dal pensiero; il nostro tempo si segnala per un preoccupante vuoto culturale; il servizio culturale è poco apprezzato e oggetto di pregiudizi; dalla nozione di utilità spesso si escludono lo studio e la ricerca; predomina la semplificazione; il pensiero è necessaria fatica; la scientificità è indispensabile nutrimento; la ricerca della verità non è esclusiva universitaria ma alimento della vita di fede e della fede nella vita.
Sarebbe sbagliato ritenere che tante accorate affermazioni riguardassero il solo mondo accademico e la nicchia dei professionisti dello studio.
