Domenica 13 luglio – Sant’Enrico, Santa Clelia – Anno C
FARSI PROSSIMI E DARE LA VITA AMORE SIGNIFICA COMPASSIONE
Dt 30,10-14; Salmo 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37
In questo brano del Vangelo di Luca, Gesù ci indica il modello di farsi prossimo (profezia del diaconato) e soprattutto mostra che la domanda va fatta nella direzione opposta. Non verso di sé, ma verso l’altro; non chi mi è prossimo, ma chi si fa prossimo. Amore qui significa «aver compassione» di chiunque soffre, prendere l’iniziativa e fare all’altro ciò che, nella necessità, vorresti fosse fatto a te. Il dottore della legge pone una domanda di somma importanza, riguardante la vita eterna e la via per arrivarci, anche se mosso da una intenzione poco limpida «per mettere alla prova Gesù».
Gesù risponde con un’altra domanda, che chiama in causa direttamente il dottore della legge e sottintende: «Tu sei un dottore della legge, certamente conosci la risposta». Preso in contropiede, il dottore deve stare al gioco. In realtà risponde in modo eccellente, fondendo assieme i due comandamenti dell’amore a Dio e al prossimo, meritandosi l’approvazione di Gesù.
Il dottore volendo giustificarsi e evitare una brutta figura per essersi presentato, apparentemente, senza motivo, pone un’altra domanda: «Come posso identificare il mio prossimo?». La risposta di Gesù alla domanda suona in sostanza così: «Ha la vita eterna chiunque ha cura della vita del fratello, chiunque esso sia». Paradossalmente per avere la vita occorre darla.
Proiettando la luce di questi messaggi sulla nostra esistenza possiamo vederci le realizzazioni positive, le occasioni in cui ci siamo fatti prossimi, e altre in cui forse ha prevalso la chiusura, la discriminazione, la paura di essere disturbati da chi, in varie necessità, aspettava il nostro aiuto.
Ringraziamo il Signore per il bene operato e chiediamo perdono per le omissioni. Invochiamo lo Spirito Santo, che «dà la vita» ed è la fonte dell’amore, perché apra i nostri cuori affinché ci accorgiamo dei fratelli in difficoltà, ci ispiri iniziative adeguate e dia forza di amore al nostro cuore per attuarle. Soprattutto eleviamo una preghiera di lode al Signore, che ha suscitato una schiera di Santi e Sante che hanno seguito l’esempio del buon Samaritano.
Prendiamo esempio dai fratelli che ci hanno preceduto in questo cammino e che sono stati maestri di accoglienza e che sono molto vicini a noi. Come don Oreste Benzi che ha speso la vita per accogliere e per dare voce ha chi non ha voce.
