Domenica 14 dicembre – Terza domenica di Avvento – Anno A
LO SCANDALO DEL VANGELO PUÒ CAMBIARE IL MONDO
Is 35,1-6.8.10; Salmo 145; Gc 5,7-10; Mt 11,2-11
La terza domenica d’Avvento è detta “Gaudete”. L’antifona d’ingresso della Messa dice: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino».
La scena del Vangelo di Matteo si apre con la prigione di Macheronte, nell’attuale Giordania. Subito vediamo invertirsi le parti rispetto al Vangelo di domenica scorsa. Se prima Giovanni parlava di «colui» che sarebbe dovuto venire, ora è Gesù a parlare di Giovanni, dopo la sua domanda sulla possibilità che egli sia o meno il Messia.
Giovanni è attento ai segni dei tempi, anche se diversi da quelli che lui aveva annunciato. Ora però sorgono dubbi. Egli rappresenta gli uomini giusti di ogni epoca, che cercano una risposta alle loro domande.
La risposta di Gesù è “aperta”. Alla domanda «Sei tu?», non dice sì o no: fa parlare i fatti, attesta esplicitamente la sua missione. Con una serie di prodigi da lui operati, con i verbi al presente, Gesù invita i discepoli di ogni tempo a leggere i segni dei tempi per riconoscervi la presenza del Messia Gesù.
Gesù cita l’antico Testamento: è il metodo narrativo di Matteo per affermare che in Gesù Cristo le Scritture hanno avuto il loro compimento. Ci invita a essere portatori di un annuncio vivo e vissuto della nostra fede in Lui.
Gesù aggiunge un’altra beatitudine: quanti sapranno accogliere questo stile saranno felici perché avranno trovato la via della vita e del Regno. Gesù “scandalizza”. Ma lo scandalo di cui parla è quello che scaturisce dal vivere radicalmente il Vangelo. Siamo chiamati a ”scandalizzare” il mondo con il Vangelo dimostrando con la vita di rifiutare compromessi che porterebbero ingiustizie.
Gesù elogia il Battista perché è discepolo fedele, compie il suo ministero in funzione della venuta di Gesù. Non si è lasciato trascinare dai venti contrari. Il solo vento che lo muove è quello dello Spirito che lo ha condotto nel deserto per predicare la conversione e il ritorno a Dio.
La logica del Regno dei cieli è un’altra. Con Gesù, cioè Dio che viene a noi, il Regno non si guadagna più con sforzi umani, ascesi, meriti derivanti da una buona condotta. In altri momenti Gesù stesso dirà: chi osserva la Legge di Dio, è grande nel Regno, chi si lascia fare come un bambino, è «il più grande nel Regno dei cieli» (Mt 18,4). Il centro è Lui non noi.
