Domenica 14 settembre – Esaltazione della Santa Croce – Anno C
ABBRACCIATI DA GESÙ CRISTO NON SIAMO MAI SOLI
Nm 21,4-9; Salmo 77; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17
In questa domenica celebriamo l’esaltazione della santa croce e con questa festa vogliamo innalzare un grazie a Colui che ha reso quella croce Santa.
Le letture ci aiutano a riflettere sul nostro quotidiano fatto di gioie e di dolori, e forse sono più i secondi delle prime. Ci troviamo nella condizione di coloro che, come ci narra il brano della prima lettura, “non sopportano più il viaggio”.
Qual è il senso della nostra vita? Perché la sofferenza e la morte? Si potrebbe continuare con tante altre domande… La Chiesa oggi riporta alla nostra attenzione la chiave di lettura per rispondere a questi interrogativi.
Il popolo, narra la prima lettura, va da Mosè e dice: “Abbiamo peccato”. Il salmo ci ricorda che “il loro cuore non era costante verso di lui (Dio) e non erano fedeli alla sua alleanza”.
Fedeltà e costanza sono due ingredienti della relazione tra l’uomo e Dio, ma se la nostra parte umana ‘scricchiola’ quella divina è stabile e solida.
C’è bisogno quindi di vivere il sacramento della riconciliazione come l’abbraccio misericordioso del Padre; non stanchiamoci di tornare a riallacciare la relazione con Dio e ci accorgeremo che Lui c’è sempre e non ci lascia soli: è presente.
Qualunque sia la condizione in cui ci troviamo, la buona notizia è che non siamo soli e che su di Lui possiamo costruire la nostra esistenza. Le parole che ascoltiamo nel salmo: “Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore” oggi sono rivolte a noi.
La Santa Croce ci aiuta a non credere in un portafortuna da stringere nei momenti critici della vita, ma a credere in Colui che ci ama e ci ha amati fino ad addossarsi tutte le colpe, fino a farsi “peccato in nostro favore”.
Allora stringere la Croce è abbracciare Cristo che ci mostra la sua misericordia, che “non ritenne un privilegio l’essere come Dio” e si è svuotato della sua natura divina per raccogliere l’umanità e riportarla al Padre con la sua morte, risurrezione e ascensione.
La croce patibolo di condanna diventa strumento di vittoria del popolo (uno dei significati di Nicodemo).
Leggendo il dialogo di Gesù nel Vangelo comprendiamo che siamo chiamati ad alzare lo sguardo, perché guardare alla Santa Croce ci porta a contemplare la vita eterna: questo è il regalo che Dio vuole riconsegnare oggi a ognuno di noi guardando a Colui che ha vinto la morte.
Quando nella nostra giornata faremo il segno della croce, facciamolo con un sorriso perché “Gesù Cristo è il Signore”, è vivo e ci vuole con sé.
