Domenica 15 dicembre – 3ª domenica di Avvento – Anno C

LA SPERANZA HA UN VOLTO DI MISERICORDIA E AMORE

Sof 3,14-18; Salmo Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3,10-18

La prima parte del Vangelo della III domenica di Avvento si apre con la domanda della folla a Giovanni che parla di conversione: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Una domanda fondamentale. La farà il giovane ricco a Gesù e risuonerà anche agli inizi della predicazione apostolica: alla testimonianza di Pietro la gente chiedeva: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».

È una delle questioni fondamentali dell’uomo nel suo rapporto con Dio e che implica la ricerca della salvezza. La risposta di Giovanni è concreta: la conversione è una cosa seria e riguarda ogni momento della vita. Il richiamo alla vita di tutti i giorni evidenzia come non vengano richieste cose straordinarie, ma l’esercizio della carità e adempiere bene al proprio dovere, a quanto richiesto.

Nella seconda parte, il popolo s’interroga sul Battista: è lui il Messia? Giovanni fornisce l’identikit del vero Messia, o per lo meno quello che lui si aspettava. Chi è per Giovanni il Messia? È uno più forte di lui; unico degno di essere servito; battezzerà con Spirito Santo e fuoco; realizzerà il giudizio.

La nostra identità si chiarisce nell’incontro con l’Altro più forte di noi. È Dio il forte, il creatore e a noi davanti a Lui non spetta che riconoscerci piccole creature. Giovanni riconosce di doverlo servire, come chi slaccia i sandali del suo padrone. Un servizio, questo, che solo a Dio è dovuto.

Ma non possiamo non considerare la profonda novità di Gesù rispetto al Messia di Giovanni. La forza del Signore Gesù si manifesterà non solo nella capacità di compiere grandi segni, quanto piuttosto nella debolezza della sua passione e morte. Dopo la croce sarà il Padre a mostrare la forza nel sollevare il Figlio aprendogli la tomba e mostrando la vera speranza. Perché la speranza ha il volto di Cristo, un volto di misericordia, amore e perdono.

Seguiamo la conversione che ci viene chiesta nei Vangeli dell’Avvento perché il veniente è in arrivo. Il nostro cuore sia pronto, non tanto per la paura del giudizio, ma aperto ad accogliere Colui che ci indica il sentiero giusto della vita, quello della comunione con Dio. In questa attesa la liturgia ci aiuta con la domenica Gaudete, ossia “gioite”: ci invita a gioire della festa ormai vicina della venuta del Signore.