Domenica 2 marzo – Ottava domenica Tempo Ordinario – Anno C
SOLO CHI È RICONCILIATO GUARDA CON BENEDIZIONE
Sir 27,4-7; Salmo 91; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45
Per 858 volte, nella Bibbia, si nomina il termine «cuore»: nel 20 per cento dei casi indica la realtà biologica, nell’80 per cento è usato in senso metaforico. Nel Vangelo di domenica 2 marzo anche Gesù accosta il termine “cuore” al verbo “vedere”: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello? L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene».
È un’illusione dire di vedere le cose con oggettività, se si intende che “non ci sono altri modi per vedere le cose se non il mio”. Ogni polemica, ogni giudizio verso gli altri scaturisce dalla convinzione di avere ragione. Il che non sarebbe un problema se fossimo alla ricerca sincera della verità; ma diventa drammatico quando ci si rinchiude nella roccaforte delle proprie idee e se ne fa una ideologia.
E le ideologie trasformano il cuore in una pietra: sono l’anticamera delle peggiori tragedie. Anche vedere l’esistenza, gli altri, la storia rimanendo neutrali è un grande inganno: chiudere gli occhi è un modo di affrontare la vita mediocre, se non addirittura meschino. «Togli prima la trave dal tuo occhio (dal tuo cuore) e allora ci vedrai bene»; secondo Gesù la vista annebbiata si schiarisce grazie a una sincera disponibilità a mettersi in discussione.
E non c’è altro modo di rendersi conto della trave che è nel nostro occhio se non quello di accettare che qualcun altro – un maestro – ci aiuti ad accorgercene.
Perché spesso fissiamo lo sguardo su pagliuzze, piccole cose storte della vita degli altri? Sembra quasi che proviamo una sorta di piacere maligno a evidenziare i difetti degli altri, quasi a volere giustificare i nostri.
Chi non sta bene con sé, sta male anche con gli altri; solo colui che è riconciliato con il suo profondo guarda l’altro con benedizione. Il Dio biblico è un Dio felice, che non solo vede il bene, ma lo emana, perché ha un cuore di luce e il suo occhio buono è come una lampada che dove si posa diffonde luce.
Ecco l’invito che nasce dal Vangelo: scegliere Gesù come Maestro, lasciarsi guardare dai suoi occhi puri e dal suo sguardo penetrante per diventare anche noi persone luminose, che ci vedono bene, perché si sono lasciate convertire il cuore.
