Domenica 24 agosto – 21esima Domenica tempo ordinario – Anno C
IL SIGNORE CI RICONOSCERÀ PER UNA VITA UMILE E OPEROSA
Is 66,18-21; Salmo 116; Eb 12,5-7.11-13; Lc 13,22-30
È significativo che alla domanda, Signore, sono pochi quelli che si salvano, Gesù risponda sforzatevi di entrare per la porta stretta, quando Lui stesso ci dice: Io sono la porta. E non possiamo pensare che la sua misericordia sia stretta, anzi, Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e il suo perdono è più grande del nostro peccato.
Perché Gesù indica la salvezza come una porta stretta? Se il mio io è largo, la porta diventa stretta. A volte ci illudiamo di essere migliori degli altri. Dio stesso ci aiuta offrendoci occasioni per ridimensionare il nostro io in modo da farlo passare da quella porta. La porta è stretta perché è esigente, come l’amore che richiede impegno, cioè una volontà perseverante di vivere secondo il Vangelo. È stretta, ma a misura d’uomo, di un uomo che ha lasciato tutto ciò che gonfia: ruoli, portafogli pieni, l’elenco dei meriti, il superfluo. La porta è stretta, ma è aperta.
L’insegnamento è chiaro: fatti piccolo e la porta si farà grande. Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi rimasti fuori comincerete a bussare dicendo: Signore aprici, abbiamo mangiato e bevuto con te, hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli vi dichiarerà: non vi conosco.
Se trasportiamo quelle immagini sul piano della nostra vita, quelle parole diventano: Signore, siamo sempre venuti in chiesa, abbiamo ascoltato tanto Vangelo e tante prediche, ci siamo confessati e comunicati, aprici. Perché non si apre quella porta? Non basta mangiare Gesù, il pane vero, occorre farsi pane per essere riconosciuti come discepoli di Gesù. Questa porta stretta, chi la varca? Chi sente di non meritarla, chi è sorpreso di poter entrare, chi sente che è una salvezza per lui e chi vive con atteggiamento di umiltà.
La porta stretta non è per pochi, per i più bravi: tutti possono passare per la misericordia di Dio. Il Signore ci riconoscerà soltanto per una vita umile e operosa. La comunione con Gesù si realizza attraverso la preghiera, la partecipazione ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola. Rafforzando così la fede, la speranza e la carità, con la grazia di Dio possiamo e dobbiamo spendere la vita per il bene dei fratelli, testimoniando la bellezza del Vangelo.
