Domenica 26 gennaio – Domenica della Parola – Anno C

L’ANNO DEL CAMBIAMENTO. METTIAMOCI IN CAMMINO

Ne 8,2-4. 5-6. 8-10; Salmo 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21

Nell’anno Giubilare il Vangelo di questa domenica ci parla di Gesù che, davanti al popolo radunato nella sinagoga, dice che proprio “Oggi” si sono compiute le parole della scrittura, che lo “Spirito del Signore si è posato sopra di Lui”. 

Queste parole, in quest’anno così importante e denso di significato, quale risonanza hanno in noi? Perché proprio la parola “Oggi” dovrebbe scuoterci nel profondo? Il Signore ci chiama a non aspettare che arrivi un altro tempo, ma ci invita a muoverci, a metterci in cammino, perché sia per noi l’anno di cambiamento, di svolta, di riconciliazione con Lui, con le persone a noi più prossime e a noi più lontane sia nello spirito sia con il nostro agire.

L’anno della speranza che il Papa ha indetto per il popolo cristiano deve risuonare in noi come una chiamata dell’“oggi”. Non dobbiamo attendere che arrivi un tempo più propizio per una riconciliazione, ma siamo chiamati ora. 

Nelle famiglie il nostro “oggi” è pieno di impegni, ma il Signore ci chiama a vivere l’anno Giubilare uscendo dalle nostre abitudini, facendo entrare lo Spirito Santo, come anche papa Francesco ci ricorda nella Bolla del Giubileo: “Possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza. Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni” (Spes non confundit 1). Dobbiamo riuscire a trovare la modalità di fare entrare questa speranza, sia nelle azioni “eccezionali” come i pellegrinaggi, ma soprattutto nel quotidiano. Cosa possiamo fare perché questo avvenga? Volgere a Lui lo sguardo e ascoltare la sua voce e cogliere la sua Parola, perché “lo Spirito del Signore è sopra di me”.

Chi conosce la buona novella diventi testimone di questo lieto annuncio nella propria vita: è questa la missionarietà a cui è chiamato ogni cristiano. Essere testimoni della buona novella a partire dalle realtà attraverso segni di speranza.

“Lasciamoci attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14)” (Spes non confundit 25).