Domenica 27 luglio – Santa Natalia – Anno C
NEL REGNO DEL SIGNORE FATTO DI AMORE E DI LAVORO
Gen 18,20-32; Salmo 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
Questo brano del Vangelo di Luca ci mette davanti a una delle richieste più belle che i discepoli rivolgono a Gesù: «Signore, insegnaci a pregare». È una domanda semplice, ma piena di fiducia, alla quale Gesù risponde offrendo un modello di preghiera concreto, in cui ogni parola ha un valore profondo in riferimento alla nostra quotidianità.
Chiamare Dio “Padre” ci suggerisce un rapporto di protezione e affetto, ci ricorda le nostre radici, ci fa sentire parte della stessa famiglia. Dopo aver lodato Dio, possiamo iniziare a chiedere: gli chiediamo che venga il suo regno.
Ricordiamo che Dio come regno che accogliesse suo figlio su questa terra ha scelto l’umile casa di Nazareth: è in quel regno fatto di amore, silenzio, preghiera, lavoro quotidiano che Gesù ha vissuto 30 anni. Questo sottolinea di quale potenza Dio abbia rivestito la famiglia cristiana, anche se a volte non ci accorgiamo di questa missione, perché siamo portati a vedere il regno di Dio al di fuori di noi.
A seguire chiediamo il pane, il nutrimento di cui abbiamo bisogno per vivere ogni giorno, che è sia materiale sia spirituale e che serve a tenere viva la vita di coppia.
Chiediamo a Dio il perdono. Questa richiesta di perdono è formulata al plurale: perdona i peccati che abbiamo commesso, sia noi coppia, sia tra noi e gli altri, sia tra noi e Dio. Il perdono diventa possibile solo quando anche noi siamo disposti a perdonare le mancanze degli altri.
Infine, chiediamo di non abbandonarci alla tentazione, con cui facciamo i conti tutti i giorni. Preghiamo Dio di non lasciarci in balia di esse, ma di sostenerci nella battaglia.
E ancora: Gesù ci esorta a chiedere, cercare, bussare.
Anche noi, come l’uomo che si reca dall’amico a mezzanotte per domandare pane per il suo ospite, dobbiamo avere il coraggio di bussare alla porta di Dio ed essere perseveranti e confidare nella preghiera, anche quando sembra che le nostre richieste non siano ascoltate. La preghiera in famiglia diventa così un momento di comunione e speranza e un modo per rafforzare i legami.
La conclusione del brano è promessa di grazia, di sostegno interiore. Lo Spirito Santo rende la famiglia più salda, capace di testimoniare l’amore di Dio nelle sfide quotidiane, e di essere segno vivo del Regno di Dio.
