Domenica 31 agosto – 22esima Domenica tempo ordinario – Anno C
UMILTÀ, CARITÀ E SERVIZIO I TRATTI DELLA NOSTRA VITA
Sir 3,17-20.28-29; Salmo 67; Eb 12,18-19.22-24; Lc 14,1,7-14
Il Vangelo di questa domenica, Gesù ci chiama a una doppia riflessione. La prima parte si riferisce agli invitati rispetto al loro modo di scegliere i posti nel banchetto, mentre nell’ultima parte dialoga con colui che l’aveva invitato alla festa. Le parole di Gesù ci portano alla necessità di recuperare l’importanza dell’essere e non del sembrare.
Queste sono le parole che abbiamo ascoltato: «Quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: ‘Amico, vieni più avanti!’. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
In questo passaggio non dobbiamo confondere il mettersi all’ultimo posto come conseguenza della modestia, che è sempre un modo per preoccuparci di stare bene noi, ma come atteggiamento di chi è capace di mettersi al servizio degli altri.
Nel Vangelo la parola umiltà si riferisce alla capacità di riconoscere chi siamo, con i nostri pregi e difetti, e proprio per il fatto che l’umile ha una giusta percezione di sé, non va alla ricerca di un posto per dimostrare il suo valore.
La sua vita è già completa proprio grazie all’amore gratuito e incondizionato di Dio. Le parole di Gesù non sono da leggere come indicazioni di buona educazione o di un’etichetta da rispettare, ma come una chiamata verso l’amore di Dio che è per tutti e che porta alla trasformazione del nostro cuore. È questo amore che lascia spazio alla capacità di mettersi a servizio degli altri.
La riflessione ci introduce alla parte finale del Vangelo. Questo passaggio ci porta alla dimensione gratuita della carità: offrire un banchetto significa fare spazio nella nostra vita agli altri, come far visita e compagnia agli anziani, agli ammalati o assistere chi è in difficoltà in una logica di servizio, dove ciascuno di noi riconosce il prossimo con pari dignità. In queste situazioni sappiamo di non poter essere contraccambiati da queste persone, ma Gesù ci dice che saremo beati perché riceveremo la ricompensa alla resurrezione dei giusti.
