Domenica 5 ottobre – 27esima domenica Tempo Ordinario – Anno C
L’EROISMO QUOTIDIANO LA CURA IN OGNI DETTAGLIO
Ab 1,2-3; 2,2-4; Salmo 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10
Spesso quando ci capita qualcosa di particolare nell’ambito della salute o negli impegni della vita lavorativa o familiare ci sembra che nessuno abbia mai sperimentato quello che proviamo noi: «Un male così», «Una fatica così», «Una pazienza così». E ci aspettiamo che venga riconosciuto il nostro eroismo.
Poi ci si accorge che quel tipo di malattia l’ha avuta il vicino di casa e l’amico dell’amico, che c’è sempre un altro che fa più fatica di noi, che ci sono famiglie con situazioni molto più pesanti della nostra. E ci indispettiamo. Come gli apostoli che, impressionati dal dovere di perdonare sempre, mettono le mani avanti e, come per scusarsi in anticipo in caso di non riuscire a farlo, chiedono a Gesù che accresca la loro fede. E Gesù tira loro le orecchie: se aveste anche solo un briciolo di fede fareste cose straordinarie.
Fate semplicemente quanto vi è stato detto senza aspettarvi degli applausi, anche se è costata fatica.
L’eroismo della normalità: di una mamma e un papà che lavorano fuori e dentro casa e seguono l’educazione dei figli, per anni e anni; di una persona che fa un lavoro usurante a livello fisico o mentale e non lo sfugge approfittandosi di scappatoie fornite dalla legislazione.
Anche la modalità in cui si fanno le cose è importante, la cura dei dettagli che indica attenzione e rispetto alle persone, l’impegno con cui si affrontano le situazioni.
Come pure l’approfondimento delle proprie conoscenze, il famoso aggiornamento così necessario per essere all’altezza per affrontare i cambiamenti. E poi la serenità che non dev’essere turbata da invidie per la situazione delle altre persone, senza pretendere facilitazioni o senza rincorrere con affanno scatti di carriera.
«Quando avrete fatto quello che vi è stato ordinato dite: siamo servi inutili» dice il Signore. Invece vorremmo essere piuttosto noi a ordinare agli altri cosa fare. Anzi, a volte vorremmo ordinare a Dio stesso cosa fare per noi. Perché non fa come chiedo? Perché lascia accadere queste cose?
Perché non interviene? E mentre rimproveriamo il comportamento di Dio ne approfittiamo per evitare di impegnarci, con la scusa che contiamo poco, che tanto non ci ascolta nessuno, che il mondo va avanti lo stesso anche senza il nostro impegno, che ci pensi qualcun altro, sono troppo giovane, sono troppo vecchio, sono troppo ammalato. Via le stampelle. Gesù ha guarito a suo tempo il paralitico e può guarire anche noi dalla pigrizia.
