Domenica 9 marzo – Prima domenica di Quaresima – Anno C

LA PROVA SVELA LA VERITÀ SIAMO TUTTI FIGLI DI DIO

Dt 26,4-10; Salmo 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13

Siamo in Quaresima, un tempo prezioso e ancora di più in questo periodo giubilare. Nella prima domenica Luca ci narra di Gesù tentato nel deserto.

Perché Gesù deve essere tentato? E perché anche l’uomo? Da Sant’Agostino sappiamo che “provare” significa anche “mettere in difficoltà” e “avere certezza”.

Nella prova l’uomo trova la sua verità e così anche nella condizione di fame. Gesù viene tentato per manifestare ciò che di profondo c’è in lui. Così mostra cosa significhi essere figlio di Dio, e fedele alla Sua volontà. 

Dopo il battesimo sotto l’influsso dello Spirito Gesù si muove nel deserto. Qui Gesù è nutrito dallo Spirito e tentato dal diavolo. Anche per Israele il deserto era il luogo della prova e al tempo stesso dell’intimità con Dio.

In Luca le tre tentazioni rappresentano il culmine del tentativo del diavolo che sempre tenta Gesù. La fame è l’occasione per instillare il dubbio sull’essere Figlio di Dio. Basterebbe una sola pietra tramutata in pane e la fame finirebbe. Gesù vuole vivere il suo essere Figlio di Dio come uomo che accetta la sua esistenza da Dio.

Nella seconda tentazione si passa a una visione dall’alto di tutti i regni della terra abitata. L’accento è sul potere politico, sull’irrefrenabile sete di potere insita nell’uomo. Gesù risponde recitando parte dello Shemà (Dt 6,13) la preghiera che il giudeo recitava tre volte al giorno. Il Figlio è dalla parte del Padre e sarà obbediente a Lui.

Il diavolo tenta allora l’ultima carta per scardinare l’essere Figlio di Dio di Gesù. Utilizza una parola della Sacra Scrittura (Sal 90) che proclama la fiducia dell’uomo giusto nella protezione divina. Gesù rifiuta di strumentalizzare il suo rapporto di amore con il Padre e risponde con altra parola di Dio: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.

La tregua di Satana sferrerà il suo attacco finale nella solitudine della Passione. Eppure anche nel culmine massimo dell’umiliazione Gesù non verrà meno alla sua obbedienza al Padre, vivendo la Parola di Dio fino in fondo. Più che di tentazioni si dovrebbe parlare di seduzioni presentandosi il diavolo come collaboratore, come colui che può migliorare le situazioni ma la Parola svela la verità perché nei “deserti” del mondo è l’unica che può nutrire e insieme allo Spirito fortificare per scoprirsi non soli ma avvolti dallo sguardo e dall’amore di Dio, unico che può guidare in un cammino di vero bene.