Le ultime parole di Francesco ai comunicatori: “Siate veri”

Papa Francesco Giubileo comunicatori (foto Vatican Media)

«Comunicare è uscire un po’ da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita, ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza, una grande saggezza!».

Uno degli ultimi discorsi di papa Francesco è stato quello ai partecipanti al Giubileo della comunicazione, il 27 gennaio 2025, circa due settimane prima del lungo ricovero al Gemelli.

Quelle riportate in apertura sono le parole rivolte a braccio ai presenti in aula Paolo VI. Non se la sentì di leggere l’intero discorso, così condensò tutto in poche frasi. «Il vostro lavoro – aveva sottolineato – è un lavoro che costruisce: costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero».

In realtà questa non è l’ultima occasione per riflettere con papa Bergoglio sulle sfide attuali poste dai media. Il 1° giugno 2025, infatti, si celebrerà la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, per la quale il pontefice argentino aveva scelto il tema: «Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori».

Nel messaggio diffuso a fine gennaio, il Papa chiede di «disarmare la comunicazione», che troppo spesso, invece di infondere speranza, genera «paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire».

Per Francesco, comunicare non è solo dire (o scrivere) parole, ma uno stile di vita. I cristiani – infatti – «non sono anzitutto quelli che ‘parlano’ di Dio, ma quelli che riverberano la bellezza del suo amore, un modo nuovo di vivere ogni cosa. È l’amore vissuto a suscitare la domanda ed esigere la risposta: perché vivete così? Perché siete così?».

Il messaggio ai comunicatori si conclude con un “sogno”, in cui non è difficile vedere una sintesi dell’intero magistero di Francesco: «Sogno una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a riconoscere la dignità di ogni essere umano e a prenderci cura insieme della nostra casa comune».