Romagna
Sarà dedicata al Barocco la mostra 2026 ai musei San Domenico di Forlì
Attese opere dalle principali istituzioni italiane ed europee, tra gli artisti Bernini, Carracci, Guido Reni, Salvator Rosa, fino ai contemporanei Fontana e De Chirico
Vent’anni di mostre ai musei San Domenico di Forlì. Un’avventura cominciata nel lontano 2005 quando la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì decise di investire insieme al Comune su questo progetto, partendo con l’esposizione dedicata a Marco Palmezzano. L’apertura ci sarà a febbraio 2026 per la nuova mostra dedicata al Barocco con il titolo «Il grande teatro delle idee» che resterà aperta fino al 28 giugno.
Oltre 200 i capolavori da tutto il mondo
Oltre 200 capolavori provenienti da musei di tutto il mondo tra cui il Musée Rodin e il Louvre di Parigi, a firma di grandi artisti come Rubens, Rembrandt, Bernini, Borromini, Artemisia Gentileschi, Velázquez, ma anche contemporanei come Fontana e De Chirico.
A Milano Marittima l’anteprima
La presentazione in anteprima nazionale è avvenuta – come da tradizione – a Milano Marittima nell’ambito della manifestazione «Cervia, la spiaggia ama il libro» all’hotel MarePineta. Gianfranco Brunelli, direttore generale delle grandi mostre e vicepresidente della fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì ha spiegato «dopo una importante serie di approfondimenti specifici sulle diverse declinazioni del Barocco e dei suoi principali interpreti, la mostra forlivese del 2026 intende approntare una visione d’insieme della cultura del Barocco, del dibattito delle idee che lo generarono, dei protagonisti che gli diedero forma, dell’influsso delle committenze che ne favorirono lo sviluppo, della rappresentazione del potere che lo determinò».
Un fiore all’occhiello per la candidatura a capitale italiana della cultura
La ventesima mostra arriva in un momento in cui la città di Forlì si candida, insieme a Cesena, a Capitale Italiana della Cultura 2028 come ha sottolineato il presidente della Cassa dei Risparmi di Forlì, Maurizio Gardini: «Forlì non aveva una tradizione culturale, artistica come Ravenna, Venezia o Bologna, ma la città ha saputo credere nel progetto di Gianfranco Brunelli e i visitatori tornano a vedere le nostre mostre. Costituendo un fattore di grande impulso economico». E riconferma l’impegno della Fondazione per altre mostre nei prossimi anni «ci sarà un limite quando si esaurirà la vena creativa».