Diocesi
Testimonianze, preghiera e cena: 180 giovani alla “Festa di fine estate”
La proposta della Pastorale giovanile. La testimonianza di Giulia Cocka di Pievesestina: "Dal Giubileo porto a casa che la fede non è soltanto preghiera personale o silenzio interiore, ma è relazione: con Dio e con gli altri"
Centottanta giovani alla “Festa di fine estate”. In tanti hanno partecipato all’appuntamento promosso dalla Pastorale giovanile diocesana ieri sera, giovedì 11 settembre, negli spazi della parrocchia di Villachiaviche di Cesena
“Per condividere la gioia, le relazioni approfondite e le scoperte fatte”
L’invito era rivolto in modo particolare a chi ha partecipato ai momenti forti nell’estate 2025: ai ragazzi che hanno partecipato al Giubileo dei giovani, ai laboratori adolescenti, al Trofeo Benedetto e agli animatori degli oratori estivi.
“Al termine dei mesi estivi ci troviamo insieme per condividere la gioia per le esperienze che ci è stato donato di vivere, le relazioni approfondite, le fatiche superate e le scoperte fatte” ha introdotto il momento di preghiera in chiesa don Marcello Palazzi, direttore della pastorale giovanile.
“L’amicizia vissuta nella fede non è un legame qualsiasi, ma diventa il segno concreto della presenza di Dio in mezzo a noi”
Diverse le testimonianze di giovani intervenuti al momento in chiesa.
Giulia Cocka, della parrocchia di Pievesestina di Cesena, ha partecipato al Giubileo dei Giovani, a inizio agosto a Roma. “Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere questa esperienza, direi “vita”. Vita perché ogni momento era pieno di emozioni, di risate, di incontri; vita perché, nonostante la stanchezza delle giornate intense, ci sentivamo vivi dentro; vita perché la preghiera, condivisa con migliaia di altri giovani, superava ogni fatica e si trasformava in una forza nuova – ha iniziato la testimonianza Giulia -. All’inizio non è stato facile. Non mi ero mai messa così tanto in gioco: le lunghe camminate, le notti corte, le difficoltà pratiche… persino il bagno sembrava un ostacolo insormontabile! Eppure, proprio lì ho scoperto quanto l’amore e il sostegno degli amici potessero sollevarmi e aiutarmi a guardare ogni cosa con occhi diversi”.
Per Giulia il Giubileo è stato un momento decisivo nel cammino di fede. “Trovarmi accanto a tanti giovani provenienti da realtà diverse, uniti dallo stesso desiderio di incontrare Dio e riflettere sulla propria vita, mi ha fatto sentire parte di qualcosa di immensamente più grande di me. Quello che mi ha colpito di più, più di ogni fatica e più di ogni avventura, è stato l’amore che circolava tra di noi. Era un amore concreto, fatto di piccoli gesti quotidiani: un abbraccio sincero quando le forze mancavano, un sorriso stanco ma capace di ridare coraggio, una mano tesa per aiutarsi nei momenti di difficoltà. Era un amore che non nasceva solo da noi, ma che veniva da Dio e passava attraverso ciascuno di noi”.

Le giornate romane sono state scandite da vari momenti di preghiera. “Lì ho sentito qualcosa di unico – ha proseguito Giulia – come se il Signore stesso ci stringesse in un grande abbraccio dall’alto, trasformando i nostri canti e le nostre parole in una comunione profonda. È stato in quei momenti che ho capito davvero che Dio non ci chiede di vivere la fede da soli, ma ci dona fratelli e sorelle con cui camminare, sorridere, piangere e rialzarsi. Ho imparato che la condivisione non è solo dividere qualcosa di materiale, ma significa donarsi l’un l’altro con semplicità e autenticità. E che l’amicizia vissuta nella fede non è un legame qualsiasi, ma diventa il segno concreto della presenza di Dio in mezzo a noi. Ecco perché porto a casa dal Giubileo la certezza che la fede non è soltanto preghiera personale o silenzio interiore, ma è soprattutto relazione: con Dio e con gli altri. È lì, nell’abbraccio di un amico o nel sorriso condiviso, che ho scoperto il volto vivo dell’amore di Cristo”.
Sono seguite le testimonianze di Francesco Poletti anche lui di ritorno dal Giubileo dei giovani. Maria Teresa ha parlato del suo servizio educativo al centro estivo. Una testimonianza ha riportato l’esperienza del campo giovani Caritas, in Grecia.



