Zuppi ai Lunedì culturali: “La speranza è concreta, ma va anche aiutata. Bisogna avere il coraggio di chiedere perdono”

Sul rapporto con la Rete, il cardinale chiosa: "Il cristianesimo è bellissimo perché è il remoto che si è fatto presenza". Sulle vacanze aggiunge: "Impariamo a vedere il bello attorno a noi". La fotogallery

Centinaia di persone ieri sera a Cesenatico per l'incontro con il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ai Lunedì culturali proposti dalla parrocchia di San Giacomo guidata da don Gian Piero Casadei. Foto Sandra e Urbano fotografi a Cesena
Centinaia di persone ieri sera a Cesenatico per l'incontro con il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ai Lunedì culturali proposti dalla parrocchia di San Giacomo guidata da don Gian Piero Casadei. Foto Sandra e Urbano, fotografi a Cesena

Centinaia di persone al museo della marineria per ascoltare l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. “Sulla missione in Ucraina chiesi a papa Francesco cosa avrei dovuto fare. Fai tu, mi disse Bergoglio”, ricorda il porporato

I Lunedì culturali vanno avanti da 29 anni

La terza guerra mondiale a pezzi sembrava una battuta. Niente di più profetico. Parola del cardinale Matteo Zuppi, ieri sera a Cesenatico, per il terzo appuntamento dei Lunedì culturali avviati 29 anni fa dall’allora parroco don Silvano Ridolfi, classe 1929, presente all’incontro assieme a centinaia di persone che hanno reso piccolissimo lo spazio accanto al museo della Marineria, lungo il portocanale leonardesco.

Il legame tra papa Francesco e Zuppi

“Le parole di papa Francesco ci accompagneranno a lungo – aggiunge il porporato che dialoga con il responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Bologna, Alessandro Rondoni -. Papa Leone le ha riprese e le porta avanti”. Si avverte il forte legame tra Zuppi e Bergoglio che cita il Papa argentino diverse volte durante la serata cui hanno preso parte numerose autorità civili e militari, tra cui il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli e quello di Cesena, Enzo Lattuca.

“La nostra speranza è Cristo”

“Per noi la speranza è Gesù Cristo – sottolinea monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, vescovo di Cesena-Sarsina – che è venuto al mondo per distruggere il male”. E sul tema della speranza si è dipanata l’ora di colloquio pubblico con il cardinale che si dice sempre stupito per la tanta gente che trova ai suoi incontri pubblici. È bello che si venga ad ascoltare, mette in evidenza Zuppi. “Spero anche ci si ascolti anche tra noi”, aggiunge.

Inquietudine e rassegnazione davanti alle guerre

La terza guerra mondiale non è mai stata così vicina, sottolinea il porporato. “Ci prende una grande inquietudine e la rassegnazione che a volte mettiamo in campo, non sapendo più cosa poter fare, diventa una nostra difesa”. Da oltre tre anni viviamo la guerra in Ucraina. Il cardinale parla del suo incarico umanitario. “Mi sono reso conto cosa fosse il milite ignoto che un tempo si studiava a scuola. Di tanti non si sa più nulla. Allora diventa importante anche riportare a casa i resti, in modo che i familiari abbiano un luogo su cui piangere i loro cari”.

Chiamati ad amare i nostri nemici

Il tema della pace torna in più domande e la guerra in Terra santa, con le distruzioni e i morti a Gaza sono nella mente e negli occhi di tutti. “La Chiesa non è perfetta, quando ha pensato di esserlo ha fatto guai, ma è una delle poche istituzioni universali che mantiene autorevolezza. Come sarebbe il mondo senza la Chiesa? Qualcuno, forse anche qui da voi, fino a poco tempo fa avrebbe detto migliore. È vero che il continente più cristiano è quello che ha visto più guerre di tutti, ma oggi la Chiesa non benedice più le armi. Noi, è scritto nel Vangelo, siamo chiamati ad amare i nostri nemici. Per i cristiani è scritto nello statuto”.

Testimoni di speranza

Essere testimoni di speranza e portatori di pace, allora si trasforma in una grande responsabilità. “A volte – ammonisce Zuppi – siamo artigiani del nostro benessere, non della vera pace. Ci adoperiamo per stare bene noi”. Poi ha una stoccata anche per i mass media e i giornalisti. “In certi casi – dice – mi attribuiscono frasi non vere, false. Lo fanno per convenienza, ma così si offende l’informazione”.

Sulle guerre ci vorrebbe prevenzione

La guerra aleggia nell’aria. Tutti hanno il pensiero rivolto a chi viene ucciso per raccogliere un pezzo di pane. “Sulle guerre – dice l’arcivescovo di Bologna – bisognava fare qualcosa prima. Ci vuole prevenzione, invece oggi abbiamo solo paura, pensiamo ai figli e ai nipoti, al loro futuro. Anche un solo ricongiungimento familiare diventa importante”.

Papa Francesco ha supplicato la pace

Zuppi ricorda con affetto: “Papa Francesco non si è mai rassegnato. Ha baciato le scarpe dei leader del Sud Sudan per fare capire che implorava la pace. Un gesto incredibile per dire: vi supplico di fare la pace. Sapeva benissimo cosa significa fare la guerra. Io sono prete, vescovo, ma anche cittadino. E leggo la Costituzione italiana, frutto del pensiero della Dottrina sociale della Chiesa, di quello socialista, comunista e liberale. E all’articolo 11 si trova scritto che l’Italia ripudia la guerra. Ripudia”.

L’incarico del Papa per l’Ucraina. “Fai tu”, mi disse Bergoglio

Torna in argomento l’impegno dell’Europa. “Questo è un momento di scelte. Occorre essere consapevoli di quello che si fa e anche di quello che non si fa – ammonisce il presidente dei vescovi italiani -. Anche non scegliere ha conseguenze”. Poi ricorda l’incarico conferitogli da papa Francesco, quando gli disse di andare in Ucraina. “Per cosa? chiese Zuppi a Bergoglio. Fai tu, fu la risposta del Papa. Per dire che la pace dipende da noi ed è tutta da costruire. Papa Francesco fino alla fine non si è mai rassegnato per cercare di risolvere le guerre e lenire le sofferenze”.

L’Europa se non funziona, la butti via. Occorre avere il coraggio di chiedere perdono

Quindi l’Europa, “se non cresce, si indebolisce – taglia corto il cardinale -. Se non funziona, la butti via. Bisogna avere il coraggio di chiedere perdono, come ha fatto il presidente della Germania a Marzabotto, davanti al nostro capo di Stato, Sergio Mattarella. Per la strage del 2 agosto 1980 a Bologna non ho mai sentito nessuno chiedere perdono. Per le stragi durante la guerra e le uccisioni avvenute subito dopo, anche qui da voi, non ha mai sentito nessuno domandare perdono”.

La difesa non deve diventare la logica della forza

L’Europa va difesa, è convinto Zuppi. “Fa parte del realismo”. E in tema di aumento delle spese militari di cui si sta parlando tanto, aggiunge: “La difesa non deve diventare la logica della forza. La difesa deve essere europea per pensarsi assieme. Anche a Fiume, oggi in Croazia, mai nessuno ha chiesto perdono. Le foibe sono state scoperte dopo tanti anni”. E commenta: “Quando tutti dormono, cresce la zizzania”.

Il cardinale Matteo Zuppi ieri sera a Cesenatico. Foto Sandra e Urbano fotografi a Cesena

La Chiesa è immersa nella realtà

La Chiesa non è avulsa dalla realtà. Lo ribadisce più volte il cardinale che ci tiene moltissimo al suo ruolo di cittadino attivo nella società. Lo rivendica per sé e per i credenti. Insiste sull’Europa: “Se rimane un supermercato non ha futuro”. Sulle difficoltà del momento nella società italiana, Zuppi intravede il tema casa e quello delle retribuzioni. “Un affitto – mette in evidenza – non dovrebbe mai superare il 30-35 per cento dello stipendio. Invece molti sono costretti a rinunciare a posti vinti nelle regioni del nord per concorso perché si dovrebbero spendere mille euro al mese per la casa su una retribuzione di 1300-1400 euro mensili. Poi ci sono le case vuote e si chiudono le scuole”.

L’assistenza senza cura incentiva l’eutanasia

Sull’invecchiamento della popolazione e sui rischi di una terza età difficile, aggiunge: “Un’assistenza senza cura dà una grande mano alla domanda di eutanasia. La disabilità, non solo nell’età avanzata, non deve mai togliere la dignità. La speranza, quella concreta, permette di affrontare i problemi. E i problemi non sono mai l’ultima parola”. Rondoni pone anche il tema dell’ambiente digitale. “Non ho social – confida Zuppi -. Il remoto e la presenza non sono la stessa cosa, poi la Rete aiuta la condivisione. La Chiesa è comunità, così come la comunità civile che non può essere fatta di fortezze. Usare il remoto senza rinunciare alla presenza è una sfida per tutti noi. Con quell’anziano stacci, fagli vedere che ci sei, lo vai a trovare, ci stai in sua compagnia. Poi gli mandi anche un messaggino”.

Con il cristianesimo il remoto si è fatto presenza

L’amore cristiano può essere una chiave di volta, domanda Rondoni. “A volte studiamo troppo – risponde Zuppi -. Comincia a voler bene. Il cristianesimo è un fatto bellissimo perché è il remoto che si è fatto presenza. Pericoloso può essere fare coincidere l’amore con l’ego. L’egoismo fa male a chi lo vive. L’amore non può esserci senza l’altro. Su questo nostro Signore non ci fa stare tranquilli. L’altro non è il mio nemico. È mio fratello. Lui magari non mi riconosce, mai io lo vedo come fratello. Non succede spesso così e ne vediamo le conseguenze. Non siamo uguali, ma vogliamo stare insieme”.

In vacanza dobbiamo imparare a gustare le bellezze che ci circondano

Sulle vacanze e la presenza di turisti a Cesenatico, l’arcivescovo aggiunge: “Cosa significa stare bene? Non fare nulla? Fare ciò che ci piace? Stare da soli? Io penso che noi stiamo bene insieme. Io sto bene quando prego. Dobbiamo di nuovo imparare a vivere il nostro tempo. A riempirlo degli altri. A gustare le bellezze che ci circondano. A contemplare. Spesso non sappiamo vedere il bello che ci circonda. La relazione con Dio ci aiuta a vivere la relazione con noi stessi e gli altri”.

Con la speranza ce la devi mettere tutta. C’è sempre un prezzo da pagare

La speranza va aiutata, non agisce da sé. Lo dice in conclusione il cardinale. “La nostra vita è gioia, è bellezza, ma costa anche fatica. Spostare i preti non è sempre facile, diciamolo. Una volta facevano i picchetti nelle parrocchie. Ce la devi mettere tutta, perché c’è sempre un prezzo da pagare. Così come accade con la Provvidenza, la speranza produce vita”.

IMG_1476